I film del regista Gabriele Salvatores non sono mai banali e senza ombra di dubbio possiamo annoverarlo tra i registi più originali e non a caso, infatti, ha vinto un premio oscar, anche se molti anni fa.. Il suo modo di affrontare i problemi, infatti, non è mai banale e lo dimostrano tutti suoi film fra cui citiamo Educazione siberiana, Stella, Io non ho paura.
“Il Ragazzo invisibile” uscito insieme ai cinepanettoni e a molti film tipicamente natalizi, di natalizio ha ben poco, anche se siamo di fronte ad una via di mezzo tra la fiaba e il film drammatico, con una vena di fantascienza.
Un mix ben concentrato di generi per un film che in realtà tratta il problema del bullismo, le questioni adolescenziali con il rapporto figli-genitori in primo piano e sullo sfondo le miserie umane o l’arrivismo di chi vuole primeggiare.
Il film narra la storia di Michele, un adolescente che vive a Trieste con la mamma poliziotta, senza padre (poliziotto anche lui) perché ucciso, e con alcuni problemi (non di poco conto) con i coetanei che all’improvviso diventa invisibile.
La spiegazione per tutto questo ci sarà ma soltanto verso la fine del film.
E già questo è un dettaglio non di poco conto che differenzia questo film italiano dai numerosi americani in cui il protagonista è un bambino che diventa improvvisamente grande o dotato di poteri soprannaturali all’improvviso.
Bravissimo nella parte Ludovico Girardello, 13 enne, allievo di un’accademia teatrale, al debutto cinematografico, scelto fra 650 candidati, ma a noi sono piaciuti anche tutti gli altri ragazzi protagonisti del film sono al debutto cinematografico.
Il film che ne esce, grazie anche alla sceneggiatura di del trio Alessandro Fabbri, Ludovica Rampoldi e Stefano Sardo, è accattivante, piacevole e lascia lo spettatore soddisfatto, anche se padri e madri si alzeranno con un dubbio: “sarò stato un buon genitore?”
20 dicembre 2014