L’hanno chiamata commissione conoscitiva e non di indagine, perché l’indagine è già stata fatta dal Ministero dell’Economia e delle Finanze (Mef) e i risultati sono quelli contenuti nella relazione giunta in Comune nel luglio scorso.
Una relazione pesantissima per il Comune di Tortona che, attraverso le parole del Sindaco Gianluca Bardone, ha promesso di rispondere entro la fine dell’anno e poi, di adeguarsi a ciò che deciderà il Ministero.
Qualcuno tra le file della minoranza, temendo “pastrocchi” o accomodamenti politici, ha proposto l’istituzione della commissione conoscitiva, proprio per conoscere e far conoscere anche ai tortonesi (speriamo), la grave situazione che emerge dalla relazione del ministero.
Una relazione sulla quale – dobbiamo dirlo – ben pochi giornali, oltre ad Oggi Cronaca hanno trattato.
La maggiorparte degli organi di informazione ha glissato o trattato all’acqua di rose, quello che appare nella relazione del Ministero che è inequivocabilmente chiaro e riguarda diversi punti.
Primo fra tutti che potrebbe chiamare in causa anche penalmente i precedenti amministratori comunali un presunto danno erariale per 327 mila euro per la vicenda Farmacom e premi versati in più ai dipendenti del Comune di Tortona per circa un milione di euro.
La commissione formata da cinque consiglieri nominati nell’ultimo consiglio comunale entrerà in funzione nei prossimi giorni e rimarrà in carica fino al 15 dicembre e per stessa ammissione di chi l’ha voluta è una commissione “conoscitiva” e non di indagine per cui non deve accertare o giungere a conclusioni, ma solo”conoscere”. Risulta dalle dichiarazioni (registrate) del penultimo consiglio comunale.
In fondo all’articolo, per chi avesse dimenticato la vicenda, riportiamo dettagliatamente le due situazioni che emergono dalla relazione del Ministero, qui vogliamo ricordare che si tratta di soldi pubblici, sottratti ai cittadini tortonesi che quasi certamente avrebbero evitato di pagare le tasse al massimo se questi soldi fossero rimasti nelle casse comunali.
Ben venga quindi la Commissione conoscitiva, dalla quale ci aspettiamo, no n che faccia luce sulla vicenda, perché quella è già fino troppo chiara ed evidente nelle parole del Ministero, ma che ricordi a nuovi e vecchi amministratori e funzionari vari, se mai ce ne fosse bisogno, che quelli che stanno amministrando sono soldi pubblici di tutti i tortonesi pagati tramite tasse locali altissime con sudore e sacrificio di chi si guadagna faticosamente la pagnotta tutti i giorni dell’anno.
DANNO ERARIALE PER LA VICENDA FARMACOM?
Tutto nasce dalla Farmacom, società costituita dal Comune nel 2010 per la gestione delle due farmacie comunali.
In pratica il Comune costituisce la società Farmacom (poi dichiarata illegittima dall’Autorità di Vigilanza e dalla Corte dei Conti) per la gestione delle farmacie, di cui è proprietario al 90% e si fa pagare il canone anticipato per 10 anni: 4 milioni di euro che la Farmacom reperisce stipulando un mutuo ed indebitandosi con la banca di Legnano, ex Cassa di Risparmio di Alessandria.
La somma è comprensiva di Iva ed è proprio quest’ultima, (l‘Iva) che potrebbe costituire danno erariale.
L’articolo 119 della Costituzione italiana prevede che gli enti locali possano ricorre all’indebitamento solo per finanziare spese di investimento. Il mutuo stipulato da Farmacom (e quindi dal comune che è socio al 90%) invece è servito par pagare le spese correnti cioè quelle per il mantenimento dello stesso Comune e non invece, le spese di investimento come previsto dalla legge. Di qui la presunta violazione della Costituzione.
In parole povere: il Comune che era in rosso con i conti, ha costituito una società di cui è proprietario, per stipulare un mutuo e versare i soldi a sé stesso per pagare i debiti di mantenimento dello stesso comune. Un artifizio contabile che secondo il Ministero non si poteva fare.
Non solo, ma gli interessi che la Farmacom (il Comune al 90%) ha pagato alla banca, proprio perché utilizzati per le spese correnti e non per spese di investimento, sempre secondo il Ministero, possono costituire danno per l’erario e questi interessi pagati da Farmacom (cioé dal Comune che ne è il proprietario) ammontano a circa 327 mila euro. Somme che i precedenti amministratori potrebbero essere chiamati a restituire.
AI DIPENDENTI COMUNALI 1 MILIONE DI EURO IN PIU’
E’ una delle 13 violazioni accertate nella Relazione del Ministero ed è sicuramente una delle più “pesanti” perché riguarda la violazione dell’ art. 15 del contratto nazionale di lavoro siglato nel 1999. Norma, che secondo il Mef è stata violata in almeno in tre diversi casi e per tre importi: 5.062 euro, 360.935 e 631.922.
In lunghi ed articolati dettagli tecnici il Ministero spiega perché, a suo dire, il Comune di Tortona, negli anni passati, ha applicato una norma in maniera non consona sulla base della quale ha erogato soldi ai suoi dipendenti.
In pratica era stato costituito un fondo con denaro che non poteva essere accantonato con quel sistema e poi erogato come premio straordinario ai dipendenti del Comune.
Consistenti integrazioni illegittime del fondo, secondo il Mef, sono state fatte tra il 2006 e il 2013.
“In sostanza – dice la relazione del Ministero – è come se presso l’ente (il Comune) esistessero due tipi di straordinario, uno ‘ordinario’ espressamente qualificato come tale e l’altro dissimulato sotto forma di compenso per la produttività, per le prestazioni rese per i progetti obiettivo e l’ente (il Comune) applica i limiti legali e contrattuali solo al primo.”
Il Ministero richiama il Comune di Tortona sulla necessità di utilizzare le risorse dell’art. 15 del contratto nazionale di lavoro per i dipendenti comunali solo nei casi eccezionalmente previsti ed evidenzia che in passato c’è stato un utilizzo improprio.
In pratica, a quanto pare, sono stati erogati soldi pubblici con scarsi controlli e senza che l’apposito “nucleo di valutazione” abbia effettuato gli accertamenti di competenza.
Ma c’è di più: secondo il Ministero, infatti, non solo le integrazioni per la costituzione del fondo sono state illegittime, ma le somme indebitamente percepite dai dipendenti dovranno essere recuperate alla disponibilità del bilancio.
In pratica i dipendenti comunali saranno chiamati a restituire circa un milione di euro al Comune.
Il ministero ribadisce, in un’altra pagina della relazione che “gli importi liquidati in eccesso debbano essere analiticamente quantificati e recuperati alla disponibilità del bilancio.”
9 novembre 2014