Un sindaco risoluto che guida una classe politica, composta da  maggioranza ed opposizione, finalmente unita che insieme a tutta la città ha deciso di adottare l’unico atto possibile (ma anche ultimo) per salvare l’ospedale dalla possibile chiusura: un ricorso al Tar e forse anche alla Corte dei Conti contro il Piano Sanitario che – salvo cataclismi imprevisti – verrà approvato mercoledì 19 novembre e da quel giorno, i legali incaricati dai tortonesi avranno due mesi di tempo per presentare un ricorso.

Un momento della riunione di lunedì

Un momento della riunione di lunedì

E’ l’ultima, estrema carta da giocare, e dovrà essere giocata bene, perché solo vincendo il ricorso sarà possibile salvare l’ospedale di Tortona dallo smembramento. Ci vorranno argomenti importanti e soprattutto sostenibili in sede giudiziaria perché si tratterà di andare contro la Regione Piemonte, contro un Piano sanitario che poggia le basi su un documento nazionale, e contro tutta la classe politica che da decenni, ormai tenta di affossare il nosocomio tortonese, ma la fiducia è tanta.

Questo è emerso dalla riunione pubblica convocata dal sindaco Gianluca Bardone nella sala Romita lunedì sera, alla presenza di oltre 200 persone molte in piedi.

Una riunione che – per fortuna – è stata completamente diversa da quella che era stata annunciata ne giorni scorsi. Abbandonata l’idea dei notai e del Comitato comunale con raccolta firme e manifestazioni, che verranno lasciate al Comitato Uniti per Tortona che agirà per conto proprio e in piena autonomia,  il Comune si concentrerà solo ed esclusivamente sul ricorso al Tar che verrà fatto da un gruppo di cittadini col supporto degli esperti del settore.

 

 

PRIMO PUNTO: LA LEGITTIMITA’ ATTI E DANNO ERARIALE


Marco Balossino parla alla platea

Marco Balossino parla alla platea

Il primo è l’aspetto legale che sarà curato da Marco Balossino e da altri legali che vorranno eventualmente collaborare.

“Sono molto arrabbiato – ha detto Balossino – il Piano Sanitario è una schifezza, perché calpesta la nostra dignità. E io questo non lo accetto. Forse in passato siamo stati una banda di pecoroni perché abbiamo subito senza ribellarci, ma è ora di dire basta  per questo faremo ricorso al Tar e alla Corte dei Conti. E’ l’ unica cosa da fare. Per questo ci rivolgeremo ad un luminare del settore al quale chiederemo un parere legale autorevole, ma soprattutto vogliamo sapere se il trasferimento del Punto nascite, un atto che riteniamo illegittimo e che sembra  non trovare giustificazioni, abbia influenzato anche il Piano Sanitario.”

Se così fosse si studierà un ricorso diversificato che metta in discussione anche il trasferimento del Punto nascite.

Il possibile ricorso alla corte dei Conti, invece l’ha spiegato il sindaco Gianluca Bardone e riguarda proprio il Punto Nascite: “Quello di Tortona – ha detto il sindaco – era a posto e non c’era bisogno di spendere soldi pubblici; trasferirlo a Novi è già costato, alcune decine di migliaia di euro per il trasloco, ma secondi i documenti ufficiali l’Asl ha già messo a Bilancio 400 mila euro per il 2015, per cui potrebbe configurarsi il danno erariale.”

In più vanno aggiunti i soldi spesi per ristrutturare la Cardiologia, inaugurata solo 6 mesi fa che verrà smantellata nel caso in cui venisse approvato il nuovo Piano Sanitario.

Inoltre, sempre in tema di danno erariale potrebbe essere preso in considerazione il fatto che con la soppressione del Punto nascite di Tortona molte donne sono andate a partire a Voghera, con incremento di spesa per la Sanità Piemontese che non si sarebbe verificato senza quel trasferimento.

 

 

SECONDO PUNTO: DATI SANITARI SBAGLIATI

 Il secondo punto è affidato ai medici e primari tortonesi, chiamati a confutare i dati sui quali si fonda il Piano sanitario e alcuni sono già stati illustrati da Antonello Santoro: “Ci sono alcuni parametri che Novi Ligure e Alessandria  non rispettano – ha detto Santoro – ma Tortona invece sì. Eppure viene declassato il nostro ospedale. Ad esempio si prevede una soglia minima del 60% di interventi in ortopedia, e l’ospedale di Tortona  ha il 64% mente Novi solo il 21,7%; una soglia minima di 150 interventi alla mammella e in provincia solo Tortona li fa, inoltre come numero di accessi al pronto Soccorso e rianimazione c’è pochissima differenza: Novi 24 mila all’anno, Tortona 23.200 (Casale 32 mila e Acqui 16 mila); come codici Rossi 0,5% a Casale e Novi Ligure, 0,4% a Tortona più altre cose che non sto spiegare. Va ricordato infine che per 5 anni abbiamo lavorato per l’ospedale unico Tortona-Novi perché insieme fanno un bacino di utenza che rientra nei paramenti previsti dal ministero della salute e in questa direzione vogliamo continuare.”

 

 

TERZO PUNTO: OSPEDALE DI TORTONA PIU’ SICURO DI NOVI

Parte del pubblico presente

Parte del pubblico presente

Si tratta dell’aspetto affidato a tecnici che dimostreranno come l’ospedale di Tortona sia strutturalmente migliore di quello d Novi Ligure, e non per cancellare quello di Novi ma per continuare ad avere un unico ospedale su due sedi come previsto dal precedente piano regionale ma con rimpolpamento dell’ospedale di Tortona.

Aspetto determinate potrebbe essere rappresentato dalla recente alluvione del 13 ottobre scorso  in cui il pianterreno dell’ospedale San Giacomo di Novi si è allagato e parte dell’attività, malati compresi sono stati fatti evacuare  dai reparti e trasferiti ai piani superiori.

L’edificio di Tortona, poi è meglio strutturato. Sempre “grazie” alla recente alluvione del 13 ottobre scorso sarà possibile dimostrare l’importanza di avere una rianimazione in città, perché nel caso cui Novi è allagato, la statale per Voghera e i ponti sullo Scrivia sulla statale per Alessandria e Villalvernia chiusi, Tortona sarebbe isolata.

Scenario che alla luce degli ultimi avvenimenti meteorologici non sarebbe poi così apocalittico, anzi.

 18 novembre 2014

parte del pubblico

parte del pubblico

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