Egregio Direttore,
una delle varie perplessità (o possiamo ardire una definizione come “contraddizioni”?) emerse in concomitanza dei recenti eventi correlati al maltempo, è apparsa sul sito del Comune di Tortona nel pomeriggio del 4 novembre, tra i comunicati stampa e gli avvisi visibili in homepage.
In uno dei passaggi, il comunicato riportava testualmente: “A seguito delle indicazioni della Prefettura e dopo attenta e lunga analisi delle previsioni meteo, il Comitato della Protezione Civile comunica che il servizio scolastico domani 5 novembre funzionerà regolarmente. Eventuali decisioni diverse da quella attuale, derivanti da eventi straordinari, saranno comunicate entro le 7 di domani mattina sul sito del comune www.comune.tortona.al.it in homepage, pertanto si invitano tutti i cittadini a consultare il sito per avvisi in tempo reale.”.
A Tortona, il Comitato della Protezione Civile decideva di tenere le scuole aperte. Perché lo decideva questo Comitato? Il Sindaco, come si esprimeva al riguardo? Non è dato saperlo.
Che cosa accadeva, invece, nei comuni a noi limitrofi? A Novi Ligure, la Giunta Comunale decideva di mantenere chiuse le scuole di ogni ordine e grado, mentre il Sindaco di Arquata, a seguito delle comunicazioni effettuate dal Servizio di Protezione Civile della Provincia di Alessandria, considerate l’opportunità e l’urgenza di provvedere al fine di eliminare ogni eventuale pericolo per la pubblica incolumità, adottava tramite ordinanza specifiche cautele; a Gavi era il Dirigente Scolastico, sentito l’ufficio tecnico del Comune di Gavi, ad anticipare l’ordinanza di chiusura delle scuole, a causa dello stato di allerta del maltempo.
A Tortona niente di tutto questo. Scuole aperte per decisione della Protezione Civile, nonostante il livello di allerta “2” che circondava la città, con moltissimi studenti che vengono da fuori; ricordiamo quando, il 13 ottobre scorso, non sono stati pochi, gli studenti rimasti bloccati a Tortona, che non riuscivano a tornare a casa al termine delle lezioni perché le strade erano state chiuse causa allagamenti e per lo stesso motivo, non circolavano mezzi pubblici.
Indicativo un commento, al riguardo, di Maria Angela Damilano, insegnante a Novi Ligure, e competenze da ex Sindaco: “Quando c’è, un allerta 2, meno mezzi ci sono sulle strade, meglio è, altrimenti poi se ci sono morti, allora sì che qualcuno ce li ha sulla coscienza.”
Già, si spera sempre che vada tutto bene, ma…. Corna facendo, cosa dice la legge, al riguardo?
IL SINDACO UNICO RESPONSABILE
Secondo un interessante opuscolo, “Ruolo e funzione del Comune e del Sindaco in Protezione Civile” diffuso dalla Protezione Civile proprio in questi giorni di emergenza, al Sindaco sono assegnate specifiche competenze e responsabilità del tutto personali, quale massima autorità locale in materia di protezione civile e di tutela della popolazione. Tra l’altro, oltre a guidare e coordinare la macchina comunale, a dare indirizzi per la pianificazione d’emergenza e a preservare la cittadinanza dai pericoli, il Sindaco è chiamato oggi a curare puntualmente l’informazione sui rischi e la divulgazione dei piani comunali e provinciali.
I ritardi e le omissioni d’informazione, recentemente accaduti, paiono tristemente smentire questa direttiva.
In tema di avvisi alla popolazione, l’articolo 12 della legge 3.8.1999 n.265 ha sancito il dovere esclusivo del Sindaco di informare tempestivamente le popolazioni sulle situazioni di pericolo o comunque connesse con esigenze di protezione civile. Inoltre, tra le attribuzioni del Sindaco nei servizi di competenza statale, si precisa che il Sindaco quale ufficiale del Governo, oltre a sovraintendere ad alcune materie che il Comune tratta per conto dello Stato, “adotta, con atto motivato e nel rispetto dei principi generali dell’ordinamento giuridico, provvedimenti contingibili e urgenti al fine di prevenire ed eliminare gravi pericoli che minacciano l’incolumità dei cittadini”.
Il Sindaco, sempre secondo l’opuscolo, adotta (prendendosene in carico tutta la responsabilità civile e penale senza possibilità -se non parziale- di trasferirla su altri soggetti), i provvedimenti contingibili ed urgenti necessari a tutelare l’incolumità dei cittadini.
Perché, allora, la decisione di tenere le scuole aperte, è stata presa dal comitato di Protezione Civile? Le responsabilità, in caso di malaugurati eventi negativi, e che fortunosamente non si sono verificati, su chi sarebbero ricadute?
QUANTI FONDI ALLA PROTEZIONE CIVILE?
In chiusura, un’informazione, forse sconosciuta ai più. Sempre secondo l’opuscolo, il finanziamento dei servizi di Protezione Civile rientra, a livello normativo, tra i servizi indispensabili dei Comuni a valere sui trasferimenti ordinari dello Stato e integrati dalle entrate proprie degli Enti, poiché “Le entrate fiscali del comune concorrono a finanziare i servizi indispensabili” e “sono servizi indispensabili quelli che rappresentano le condizioni minime di organizzazione dei servizi pubblici locali e che sono diffusi sul territorio con caratteristica di uniformità.”
Tra i servizi indispensabili dei comuni, assieme a servizi quali l’acquedotto, la fognatura, l’ufficio tecnico, l’anagrafe, la polizia municipale, sono ricompresi anche i servizi di Protezione Civile, di Pronto Intervento e di Sicurezza Pubblica.
Penso che qualche zelante consigliere comunale, con una procedura di accesso agli atti, potrebbe verificare quanto, in effetti, sia stato destinato a tali progetti, nei bilanci degli ultimi anni….
(Link all’opuscolo) http://ow.ly/d/2FBo
Annamaria Agosti
6 novembre 2014