Tratte dal suo profilo Facebook, riportiamo le dichiarazioni dell’assessore regionale alla Sanità Antonio Saitta, immediatamente successive all’approvazione del Piano sanitario che di fatto, decreta la morte degli ospedali di Tortona e Acqui Terme:
Per i cittadini non ci saranno rivoluzioni, la revisione della rete ospedaliera pubblica non comporta alcun disservizio per gli utenti, anzi: nei prossimi due anni porterà ad un reale aumento di efficienza nei reparti. La nostra programmazione serve a valorizzare le numerose eccellenze della nostra sanità, ma soprattutto a garantire ai piemontesi un servizio sanitario che fermi l’emorragia di mobilità passiva verso altre Regioni
Con la delibera di riordino della rete ospedaliera vogliamo riorganizzare l’offerta sanitaria. Nel passato si è scelto di risparmiare riducendo la produzione sanitaria. che è calata del 3%, mentre è aumentata la mobilità passiva verso altre Regioni, il cui saldo è diventato negativo di 30 milioni nel 2013.
1330 POSTI LETTO IN PIÙ DI CONTINUITÀ ASSISTENZIALE. I cittadini non assisteranno ad una riduzione di posti letto nelle strutture bensì ad una diversa distribuzione che comporterà un aumento importante di posti letto di continuità assistenziale sull’intero territorio: ne abbiamo indicati in delibera ben 1330 in più, un prima risposta alla richiesta di tante famiglie che dopo il ricovero ospedaliero chiedono soluzioni per gli ammalati, spesso anziani, prima del rientro in famiglia. Questa la grande differenza rispetto alle scelte della precedente amministrazione regionale.
Si tratta di 1330 nuovi posti cosiddetti Cavs che serviranno a supplire le numerose richieste del territorio piemontese. E’ la prima volta che si aggiunge un numero di questa portata, ma del reto erano anni che la sanità piemontese non vedeva attuata la regola della “programmazione”
Oggi le strutture complesse attive negli ospedali pubblici del Piemonte sono 842, con una frammentazione eccessiva di personale e con una produzione che troppo spesso non raggiunge i volumi necessari per garantire parametri di sicurezza agli ammalati. L’accorpamento li porterà entro i prossimi due anni ad avere solo 668; nelle strutture private le strutture complesse sono 185 e diventeranno 148. Non ci saranno né licenziamenti, né riduzioni di personale: a partire dal 2015 ci saranno invece incrementi di personale medico ed infermieristico.
19 novembre 2014