Mi trovavo esattamente a un metro di distanza dal candidato alla presidenza della Regione, poi vittorioso, Sergio Chiamparino, quando nel suo comizio tortonese di via Emilia all’esterno della sede elettorale del candidato sindaco, poi a sua volta vittorioso, Gianluca Bardone, promise con vigorosa solennità il rilancio dell’ospedale cittadino, umiliato e svuotato dalle giunte regionale e comunale uscenti di destra, nonostante i cospicui investimenti sostenutivi in anni assai recenti per migliorie e potenziamenti anche di alto livello, ora destinati ad ammuffire e arrugginire, in un quadro che oltretutto porterà i medici migliori a gravitare sempre più, inevitabilmente, su Alessandria (e non più sull’invadente “gemella” Novi…).
Ero -purtroppo per me- onnipresente anche, due anni prima, alle infinite occasioni in cui la candidata a sindaco di Alessandria, poi vincente anche lei, Rita Rossa, inaugurando oltretutto la propria campagna elettorale davanti al Teatro Comunale chiuso per amianto, promise e ripromise solennemente che la salvaguardia della Fondazione Teatro Regionale e soprattutto del posto di lavoro dei suoi quattordici dipendenti sarebbe stato il suo impegno -assolutamente prioritario e irrinunciabile!- in caso di elezione. Per mia disgrazia l’avevo anche presa in parola in prima persona, rendendomi disponibile direttamente a diventare (a titolo assolutamente gratuito!) il legale rappresentante della sciagurata istituzione. Si è visto come è andata a finire, per l’ente, la sua struttura e i posti di lavoro. La sindaca è diventata anche presidente di quel che resta della Provincia, ed io, dopo avere allora tentato invano per mesi di farle accettare le mie immediate dimissioni sostituendomi, imprigionato lì grazie all’infernale istituto della “prorogatio”, mi ritrovo adesso insidiato da possibili grane giudiziarie, che a chiunque dovrebbero spettare tranne che a me.
Ne deduco, ovviamente, che i politici anche locali, prima di promettere a vanvera, dovrebbero impegnarsi in profonde riflessioni sulla sostenibilità delle proprie parole: è la prima delle ragioni per cui il rapporto tra cosa pubblica e cittadini sta deteriorandosi in maniera ormai preoccupantemente abissale.
Ma non è per fatto personale che scrivo, quanto per esprimere solidarietà ai sindaci di Tortona Castelnuovo Pontecurone Alzano Carbonara Casalnoceto Dernice e Spineto, che hanno restituito la tessera PD al segretario della sezione cittadina (che oltretutto è a sua volta, oltre che ottima persona, medico ospedaliero, ben impegnato nella lotta per la salvaguardia della struttura: talora il destino è davvero cinico e baro…). Credo che il loro agire -se verrà proseguito in coerenza e fino alle eventuali estreme conseguenze- sia opportuno e corretto, e dovrebbe registrare, almeno sulla carta, la solidarietà delle rispettive popolazioni, populismi pervasivi e corrosivi permettendo. E mi auguro che il loro esempio sia seguito anche dai sindaci di area PD dell’Acquese, se ce ne sono, e magari anche da quanti del partito siedono all’opposizione nei comuni di entrambe le zone.
Ma vorrei aggiungere una riflessione più di fondo: mi piacerebbe che questa pausa forzata, o forse involontariamente definitiva, consentisse agli amici amministratori una più distaccata riflessione, che la provvisoria posizione esterna potrebbe agevolare, sulla profondità stravolgente della Metamorfosi kafkiana in corso del loro partito. Rispetto alla piattaforma programmatica presentata all’elettorato per le politiche del febbraio 2013 dal segretario Bersani (“Italia bene comune”…), la Mutazione in quotidiano svolgimento all’interno dell’ex-PD -ora PdR futuro PdN- è tale che in confronto l’Invasione degli Ultracorpi era un effimero pic nic domenicale di ragazzini dell’oratorio.
Nuccio Lodato
20 novembre 2014