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Da Torino arriva la conferma: declassati il Dea di Tortona e Acqui Terme. E’ la morte degli ospedali

ospedale - ILo avevamo annunciato e la conferma, purtroppo, è arrivata mercoledì in Commissione: il nuovo Piano Sanitario regionale prevede il declassamento del Dea di Tortona e Acqui Terme. Ne rimarranno soltanto tre in provincia: Alessandria, Novi Ligure e Casale Monferrato.

Di questa notizia dobbiamo però ringraziare il Movimento Cinque stelle di Torino perché nessun comunicato ufficiale è arrivato oggi: né dal Comune di Tortona, né dall’ufficio stampa della Regione e neppure dal consigliere regionale Massimo Berutti, eletto in provincia.

Gli unici ad intervenire, criticando aspramente l’operato della Giunta Chiamparino sono stati i consiglieri regionali grillini Davide Bono e Paolo Mighetti. Nessun’altro ha proferito parola o è intervenuto – per ora – al riguardo.

Prima di passare la parola ai due consiglieri regionali, però va detto che – come abbiamo anticipato – il declassamento del Dea è dovuto quasi esclusivamente al fatto che il Punto Nascite è stato trasferito a Novi Ligure.

Lo ha detto, secondo i Cinque stelle, lo stesso assessore alla Sanità Antonio Saitta: “Lo  ha abilmente attribuito alla giunta precedente – dicono Bono e Mighetti –  facendolo coincidere con la chiusura dei punti nascita degli ospedali di Tortona e Acqui Terme. Peccato che appena due mesi or sono lo stesso Assessore, in carne ed ossa, abbia rassicurato il Comitato per la salute dell’acquese sulla permanenza degli attuali reparti nell’ospedale di Acqui Terme.”

Chiamparino, invece, in campagna elettorale, proprio  Tortona, aveva assicurato che avrebbe difeso l’ospedale tortonese.

Davide Bono

“La ridefinizione della rete ospedaliera arriva impacchettata e parziale in Commissione Sanità – dicono Bono e Mighetti –  pronta per essere spedita, la settimana successiva, a Roma per gli adempimenti connessi al piano di rientro. Il documento presentato dall’Assessore consta di alcune slide con due cartine con la localizzazione delle strutture quasi illeggibili. Ma il vero dramma è un altro. La revisione viene fatta sui dati d’afflusso alle strutture attuali, senza capire dove l’utenza si distribuirà. Una pianificazione normale basa le sue scelte sull’analisi del territorio, della dislocazione della popolazione e le distanze. Altresì non sono state valutate la consistenza e qualità delle strutture esistenti e le caratteristiche delle reti di trasporto. Questo ha causato l’accentramento dei DEA sull’asse Casale, Alessandria, Novi, lasciando le valli in una sorta di limbo. In questa zona rimarranno tre “quasi ospedali” che, sommati tra loro, non garantiranno i servizi di un DEA di primo livello.”

Secondo i due consiglieri regionali dei 5 stelle la Regione dimostra così di bypassare ogni tipo di dialogo con il territorio, calando dall’alto una riforma approssimativa che, sicuramente, causerà problemi di intasamento di alcune strutture e sottoutilizzo di altre.

Alla fine, come è stato già sperimentato negli ultimi mesi, nei casi di intasamento di reparti e ambulatori, i pazienti saranno sballottati da una parte all’altra della Provincia.

“La cosa più sgradevole  – concludono Bono e Mighetti – è stata la posizione sui DEA che saranno declassati. Alla luce di queste informazioni prendono forma le segnalazioni degli operatori in merito al progressivo depauperamento del personale di alcuni reparti. Questo alimenta il grave dubbio, che queste decisioni siano state maturate da alcuni mesi, ma si siano portate alla luce all’ultimo momento, per evitare ogni tipo di approfondimento e condivisione con il territorio. Il “popolo bue” non deve essere informato e men che meno ascoltato.”

 12 novembre 2014

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