Gianni è una figura di alessandrino davvero sorprendente, molto conosciuto come fisarmonicista, completamente sconosciuto sul piano dell’arte figurativa.
Eppure ha talento sia ad avere sulle spalle le pesanti cinghie dello strumento, come tenere nelle mani la leggerezza della matita. Hanno lo stesso risultato.
È indubbiamente un uomo di cultura, inclinato all’arte senza distinzione fra suoni o tratti, come asserisce: … mi considero un naif dell’astrattismo.. usa il lapis … perché non sono un pittore,… non so usare il pennello… come afferma con certezza.
L’esposizione è stata suggerita, successivamente organizzata … su insistenza dei miei amici.. con l’auspicio … chi viene a vedere la mostra non finisca per dire la classica frase “E meglio se continua a suonare”.
Ma chi ha soltanto analizzato i disegni non è di questo avviso; trova un disegnatore accorto, personalissimo dove la figura umana si staglia nell’infinito, un infinito ad immagine dell’osservatore.
Le figure esposte sono tratte da disegni scarabocchiati su fogli, alcuni realizzati sui banchi di scuola, altri gettati sulla carta nelle varie riunioni in cui l’autore ha partecipato in tanti anni di lavoro nel settore del credito.
Il taglio informale delle figure non esula dalla realtà d’ogni giorno, anzi la sottolinea, a volte abbellendo, con un sapiente tocco, la sostanza dei contenuti.
Ogni lavoro è la raffigurazione di un universo, seppure ha molto di singolare nell’insieme, una conferma al pensiero: Quando compongo o faccio prove per concerti sono sempre molto concentrato, invece nel momento in cui tengo la matita in mano sono veramente rilassato.
Ciascuna opera richiama la precedente, quasi come un filo conduttore teso a richiamare com’è il mondo attraverso una forma legata ad un’altra, con i suoi ritmi, i sui respiri, i suoi silenzi …. Proprio come nella musica!
Franco Montaldo
6 novembre 2014