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Accese le luminarie, ma i negozi restano vuoti per la crisi. Nel 2015 Bardone deve intervenire


Tortona, sabato 29 novembre, ore 17,45 l’Unione Commercianti grazie al contributo di Chiaragas ha acceso le luminarie. A dire il vero erano accese già da giovedì, ma tradizionalmente è sabato la giornata dello shopping, quella in cui si fanno i maggiori incassi.

Soltanto oggi, quindi, si può misurare il termometro degli acquisti e delle persone che affollano il centro.

Il risultato è irrimediabilmente in rosso. Per oltre un’ora abbiamo girovagato lungo le vie dello shopping tortonese: via Emilia, nord e sud, corso Montebello, piazza Duomo, via Carducci, Fracchia, Pellizzari gettando lo sguardo dentro i negozi per vedere quanta gente ci fosse e chi faceva acquisti: il risultato è stato devastante: I negozi di abbigliamento desolatamente vuoti, così come gioiellerie, articoli di borse e pelletterie, persino le tabaccherie. Non parliamo poi di macellerie, gastronomie, pasta fresca: persino quelli erano desolatamente vuoti. Gli unici negozi che avevano qualche cliente erano i bar.

Il presidente dell’Unione Commercianti, Orlando De Luca, cerca di fare buon viso a cattivo gioco:

«Nonostante il momento difficile dal punto di vista economico per la nostra categoria – dice – anche quest’anno riusciremo ad avere le luminarie natalizie nelle principali vie e piazze, grazie allo sponsor Chiaragas. Le luci di Natale rappresentano una tradizione che ogni anno si rinnova con l’impegno della nostra associazione e caratterizza l’importanza della festa e del periodo che la precede».

E aggiunge: «Noi vorremmo continuare a tenere accese sempre le luminarie e anche le luci dei nostri negozi, con responsabilità e per amore nei confronti della città e della comunità, ma perché ciò accada non dobbiamo spegnere la voglia di vivere, lavorare, progredire dei tortonesi. In una fase di crisi si deve scegliere con convinzione e intraprendenza la strada della valorizzazione del concetto di comunità, evitando di chiudersi in se stessi o nascondersi all’interno dei propri negozi».

Anche il suo negozio nella centralissima via Emilia, però, a fine anno chiuderà i battenti.

 

 

MANCA L’ENTUSIAMO E IL SORRISO


La gente cammina senza entusiamo

L’aspetto che più ci ha colpito girovagando per il centro di Tortona, però sono stati gli sguardi delle persone: tristi, abbacchiati, quasi rassegnati. Tutti passavano frettolosi con l’espressione buia e non si fermavano neppure a guardare le vetrine, perché sapevano che comunque non avevano soldi da spendere. Allora è inutile fermarsi a rimirare un capo di abbigliamento se poi guardi il portafoglio e lo trovi irrimediabilmente vuoto, con pochi spiccioli.

La gente, passava frettolosa e non alzava nemmeno gli occhi. Le luminarie ci sono ma non sono sufficienti a riscaldare il cuore delle persone.

Manca il lavoro, mancano i soldi, e questo condiziona tutto.

Anche le persone che transitavano sotto i portici, in via Emilia, erano poche con un centro storico sempre meno frequentato, soprattutto dai giovani.

Silenzio e tristezza in tutte le strade con un’eccezione: via Carducci: da lontano arriva il vociare della gente e la musica; malgrado la crisi, un negozio di abbigliamento apre proprio oggi: nessun manifesto, i pochi soldi per un’eventuale pubblicità sui giornali, il proprietario ha deciso di investirli offrendo tartine e spumante ai passanti, il tutto condito da buona musica.

Le facce della gente, qui, sono meno serie, più allegre, qualcuno ride, molti chiacchierano fra di loro e quel capannello di persone sembra contagiare anche gli altri pochi clienti dei negozi che si affacciano meno imbronciati.

Ci viene un dubbio: non è che bastano poche semplici manifestazioni per rendere più allegra e socievole la gente?

 

 

BARDONE PUO’ E DEVE INTERVENIRE

Ore 18,30, i portici vuoti

La priorità, adesso, è salvare l’ospedale, quindi è giusto che tutti gli sforzi del Comune vengano indirizzati verso questo obiettivo, ma a febbraio, dopo che verrà presentato il ricorso al Tar e a quel punto tutto sarà in mano della Giustizia e non serviranno più manifestazioni o interventi in difesa dell’ospedale, il sindaco di Tortona dovrebbe iniziare ad occuparsi di quello che è forse il problema principale della città: la crisi di lavoro e di valori in cui si trovano i suoi concittadini.

Ci rendiamo conto che non è facile, perché una città non si risolleva dall’oggi al domani, ma se mai non si inizia e se mai non si prova a fare qualcosa, la situazione continuerà a peggiorare.

«In una comunità è fondamentale il rapporto tra pubblico e privato – conclude il presidente dei commercianti Orlando De Luca – tra un’associazione come la nostra e gli enti locali e quindi chiediamo più collaborazione da parte di tutti per non far morire la nostra città.”

Purtroppo non è solo una questione di manifestazioni, e iniziative, ma anche di prezzi. Oltre alla mancanza di soldi ci sono alcuni negozi che a Tortona hanno prezzi più altri rispetto ad altre città della provincia, ci sono prezzi troppo elevati per gli affitti, c’è la mancanza di gente proveniente da fuori, oltre al fatto che i punti di forza che Tortona possiede non vengono sufficientemente   valorizzati.

Via Emilia nord, poca gente, negozi chiusi per la crisi

Cosa fare, allora?

L’unica soluzione potrebbe essere quella di chiamare a raccolta tutti i soggetti e le persone che contano: associazioni di categoria, imprenditori, esperti, organi di informazione, industriali, politici ed altri e mettersi tutti davanti a un tavolo per vedere chi è disposto a lavorare per risollevare la città: chi a metterci denaro, chi impegno, chi abbassando i prezzi dei prodotti e degli affitti, chi ad organizzare manifestazioni o proponendo sconti con una card magari legate a singole iniziative, chi a pubblicizzare queste iniziative.

Tutto questo con lo scopo valorizzare Tortona richiamando anche gente proveniente da fuori attraverso un percorso di valorizzazione delle eccellenze tortonesi che si trovano in ben poche altre città delle stesse dimensioni: ci riferiamo ai monumenti, alla Pinacoteca della Fondazione e al museo Diocesano ma anche ai personaggi storici e ai prodotti locali. Tutto può essere maggiormente valorizzato se si riesce a coinvolgere qualche sponsor importante.

Bisogna raccogliere quei pochi soldi che la gente, e non solo i tortonesi, hanno ancora da sperdere e fare in modo che decidano di spenderli a Tortona.

Solo così, forse, la città potrà risolversi un poco dalla crisi e ritornare a sorridere.

Angelo Bottiroli

30 novembre 2014

Via Emilia nord deserta

Sabato ore 18

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