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A Castelnuovo il maltempo ha distrutto parecchio, anche gli “Alberi dell’amore”. Una riflessione

Quattro momenti di allerta meteo in due mesi, con punte il 13 ottobre e soprattutto il 15 novembre.

Ieri, dopo  una notte e una giornata di fitte piogge e di temporali, per un totale di 13 cm di acqua misurati a Castelnuovo, ma probabilmente di più a monte, il Grue, che nasce a Garbagna, ha rotto a Viguzzolo, con punto focale, a valle, in zona Capitania presso il monumento a Don Orione. L’ampio bacino della Scrivia che va a triangolo da tutto il retroterra genovese sino a Novi (il più piovoso di tutta Italia) ha riversato una massa d’acqua enorme sulla Bassa Valle Scrivia, tanto che verso le dieci di sera ha colmato tutte le arcate del nostro ponte sino al culmine.

Il livello della piena era superiore a quello del 13 ottobre, anche perché scolmatore, Grue e rio Calvenza non riuscivano a scaricarsi in una Scrivia che ha toccato i livelli del 1993.

Sull’analisi delle cause, sulla documentazione fotografia, sulle eventuali soluzioni ne riparleremo più avanti. Per ora due sole cose.

– Il Comune, sostenuto anche dal Gruppo ambiente, sollecitava da almeno un anno interventi sull’alveo Scrivia nei punti di maggiore erosione e chiedeva lavori da eseguirsi nell’alveo del Grue nella zona Bersana – scolmatore. L’approvazione è arrivata il 15 ottobre, cioè appena dopo la piena del 13 e quindi con impossibilità di eseguire i lavori sino alla prossima primavera.

– Solidarietà massima a chi ha avuto a che fare per ben due volte con locali allagati e colmati di fango, questo va detto con forza (e come potrebbe essere altrimenti visto che, sia pure in misura assai più ridotta mi sono trovato nella stessa situazione).

Ma va detto che questo Grue ondivago per le campagne ha lasciato tracce evidenti e la Scrivia ha modificato le sue rive (provate a dare un’occhiata nel tratto verso Molino) e tra queste rive vi è anche quella che comprende il percorso ginnico sulla sponda destra e la bellissima zona, assai frequentata dagli amanti delle passeggiate e della natura, avente al centro i due giganteschi pioppi tremuli, abbracciati fra di loro e simbolo del parco.

Li avevamo scoperti alla fine degli anni Settanta, a una trentina di metri dalla piarda, con un tronco centrale intorno a cui si torceva un albero più esile. Nella corteccia certi V. e A. avevano inciso un cuore e le loro iniziali: amore quindi fra due alberi e anche fra due esseri umani.

Da sabato  gli alberi dell’amore non ci sono più e in futuro per dare alle scolaresche, che spesso venivano in visita in questa zona, un’idea della loro imponenza e bellezza, dovremo invitarli a guardare questo albero centenario così come è stato ritratto da Bruno De Faveri per la copertina del calendario comunale 2014.

Antonello Brunetti


18 novembre 2014

Castelnuovo scrivia

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