Egregio Direttore
Mi permetto di porLe alcune osservazioni in merito all’articolo – notizia comparsa sul Sito a riguardo del neo eletto Vescovo di Tortona, premettendo che il sottoscritto segue sempre il suo mezzo di informazione e lo reputa un buon strumento.
In verità non ricordo se Lei fosse presente alla conferenza stampa ed innanzitutto due precisazioni: il luogo era il “Palazzo Vescovile” e non il Seminario e successivamente il Vescovo ha fatto gli auguri al suo “successore” e non predecessore.
Ciò che mi ha molto rammaricato è la sostanza di tale articolo che non evidenzia un semplice e nello stesso tempo solenne ANNUNCIO ma un ELEGIO ai politici presenti ed al loro operato.
Le posso assicurare che erano presenti numerosi sacerdoti (neanche citato nell’articolo!) anche perché l’annuncio era rivolto in primis a loro, che poi non fossero in “prima fila” questo c’entra poco.
Un sacerdote e/o un Vescovo non si “ritira dalla vita religiosa” ma se mai non ricopre più la carica affidatagli.
“Una Chiesa striminzita ed in ginocchio… che soffre una crisi di identità, lontano dalla società e dall’attualità… come se vivesse in modo tutto suo…”.
La Chiesa universale italiana soffre la scarsità di vocazioni sacerdotali e Tortona forse potrebbe essere una delle tante.
Caro direttore, può darsi che qualche volta ha visto questa Chiesa, in “ginocchio” ma credo… per pregare.
Non credo ci si possa fermare a tracciare un bilancio elencando solamente la realizzazione del museo diocesano. Successivamente, prima parla di “essere vicini alla gente” e poi ringrazia il Vescovo per il Museo.
Io so con certezza e molti potrebbero darne conferma che Mons. Canessa è sempre stato “in mezzo al suo popolo”, non solo nei momenti istituzionali ma anche in quelli cosiddetti “quotidiani” con i giovani come anche con gli anziani, dove l’incontro ha una valenza sicuramente superiore.
Al termine del suo articolo ha espresso il desiderio al nuovo Vescovo di “rilanciare la Diocesi di Tortona nel contesto sociale per un polo turistico e culturale”: -sorridendo- mi auguro che il nuovo Vescovo e sicuramente farà, si metterà ai piedi del Signore chiedendo forza e coraggio per la sua missione di Pastore che significa teologicamente parlando su tre direttrici, partendo dalle tre caratteristiche di Cristo (regalità, profezia, sacerdozio):
1-Dimensione regale (governare, cioè servire): il vescovo è il responsabile dell’attività pastorale della comunità diocesana, il primo dei servitori del popolo di Dio e quindi del regno di Dio.
2- Dimensione profetica (insegnare): il vescovo è il maestro nella fede del popolo di Dio a lui affidato, ha la funzione di insegnare con autorità la dottrina rivelata da Dio.
3 – Dimensione sacerdotale (santificare): presiedendo la celebrazione dei sacramenti, è strumento di Dio per la santificazione del suo popolo. È suo compito e responsabilità amministrare il sacramento dell’Ordine sacro per la consacrazione di diaconi, presbiteri, vescovi.
Uno dei cari Santi di questa Chiesa, quale San Luigi Orione, soleva dire che ” la nostra politica è la carità ” .
Ringrazio dell’attenzione e della considerazione che vorrà dare a questo mio scritto che in modo fraterno mi sono sentito in dovere di scrivere per il bene della Chiesa tortonese, perché davvero si possa continuare a fare del bene sempre in Domino.
Distinti saluti
Fabio Mogni
Premesso che conosco molto bene la chiesa avendo frequentato per molti anni l’ambiente religioso ai livelli più profondi, non ero presente al commiato del Vescovo, che ho seguito parzialmente in streaming, ma c’era un nostro collaboratore e l’articolo è stato fatto a “quattro mani” come si suole dire in gergo giornalistico.
Refuso sul predecessore a parte (è palese che si tratta del successore ed infatti l’articolo è stato corretto) è evidente a tutti che la chiesa, e non solo quella tortonese, sia in ginocchio e non per pregare.
E’ un dato di fatto e lo vediamo quotidianamente: dalla mancanza di vocazioni, dai fedeli costantemente in calo e spesso dalla mancanza di correlazione con la realtà.
Per rimanere a Tortona se escludiamo qualche rara eccezione come le recenti comunicazioni provenienti dall’ufficio beni culturali della Diocesi sulle visite guidate alle chiese, non ricordo, in 4 anni di vita del giornale, un comunicato stampa o una notizia proveniente dalla Curia vescovile o da personaggi vicini al vescovo.
Nessuna comunicazione sull’attività che viene svolta a Tortona e nella zona, nessun annuncio di una notizia da parte del vescovo o di una pubblica presa di posizione verso un problema che riguarda la realtà locale.
Se è stata fatta è rimasta sempre circoscritta all’ambiente religioso, divulgata solo attraverso gli organi d’informazione della Diocesi che sono il sito istituzionale, la radio e il settimanale il Popolo.
Mai una presa di posizione pubblica “esterna” . A cosa serve dirsi le cose tra persone che pensano alla stessa maniera? La chiesa ha bisogno di proseliti e fedeli: fino a quando tutto rimarrà circoscritto tra i fedeli e nell’ambiente religioso la chiesa sarà sempre di più un corpo estraneo alla società.
Il vescovo Martino Canessa, ha molti meriti, ma è stato sempre ossequioso verso la classe politica locale e in 18 anni in cui è rimasto a Tortona, non mi ricordo abbia mai disquisito su una posizione presa da uno dei tanti politici che si sono alternati alla guida di Tortona.
Possibile che nessun amministratore abbia mai sbagliato?
Va detto infine che per le poche notizie ufficiali “filtrate” fuori dall’ambiente religioso come ad esempio l’attività della Caritas per i poveri, dobbiamo ringraziare solo la buona volontà di Moreno Baggini.
Andato via lui, da due anni a questa parte, la Caritas è sparita, nessuno ha più inviato notizie, nessuno si è preoccupato di far conoscere l’attività che viene svolta per aiutare la gente. Come se la Caritas locale non esistesse più.
E come la Caritas, nessun’altra istituzione cattolica locale diffonde all’esterno dell’ambiente religioso, la sua attività.
La Chiesa Tortonese, come tutta la chiesa italiana (degli altri Paesi non posso dire) è chiusa in sè stessa, poco incline a parlare della sua attività, a farla conoscere al resto della società.
E questo non è un bene. Lo dico da Cristiano credente, che ha fede, ma non può che rammaricarsi di fronte a una situazione del genere.
E lo dico con la speranza che, come ho scritto nell’articolo contestato, il nuovo vescovo possa portare quella ventata di innovazione di cui la chiesa tortonese ha bisogno, e possa in qualche modo far sì che non sia più un corpo avulso dalla realtà, ma ne diventi parte integrante, perché se si vuol far crescere Tortona migliorandone la qualità della vita, la collaborazione fra tutti deve essere totale.
Angelo Bottiroli – Direttore di Oggi Cronaca
17 ottobre 2014