Sono la mamma di un bimbo che ha iniziato la scuola materna quest’anno c/o l’Istituto Mary Poppins, e vi scrivo per sottolineare con grande rammarico l’incomprensibile trascinamento del periodo di inserimento cui è stato e sono tutt’ora soggetti i bambini al primo anno.
Premetto che la presente non vuole essere assolutamente una critica nei confronti delle Maestre che anzi mi sono sembrate molto brave, affettuose e preparate, tant’è che il mio bambino non ha trovato alcuna difficoltà fin dai primissimi giorni di frequenza.
Premetto altresì che comprendo e condivido in pieno la necessità per un bambino di adattarsi ai nuovi ambienti soprattutto se non è mai andato al Nido; confermo che anche nel caso, come il mio, dove il bambino sia assolutamente avvezzo alla “scuola” poiché la frequenta fin dai primi mesi di vita, è corretto un avvicinamento graduale al nuovo ambiente scolastico.
Capisco anche che in classi numerose come quelle dei nostri bambini, non solo i bambini si debbono abituare alle maestre ma anche le maestre devono imparare a conoscere i bambini per meglio seguirli e metterli a loro agio.
Insomma, capisco tutto, ma in tutta onestà 3 settimane di inserimento sono assolutamente fuori luogo provocando problemi di non poco conto all’organizzazione famigliare e quindi ai bambini stessi.
Mi chiedo se questo sistema di inserimento abbia tenuto in conto che la maggior parte delle famiglie che mandano alla scuola materna i propri figli lo fanno anche perché durante il giorno i genitori devono lavorare. E normalmente questo implica l’assenza da casa per 8 ore almeno. Ovvero: tolta la prima settimana dove la famiglia cerca di organizzarsi al meglio con ferie etc per poter seguire le frequenza “in crescendo”, le due settimane successive, dove molti dei bambini come il mio, sarebbero assolutamente pronti a fermarsi tutto il giorno, sono invece costretti ad essere spostati come pacchi postali in altre strutture (ovviamente a pagamento).
Perché ovviamente i genitori NON possono prendersi 3 SETTIMANE DI FERIE e non per forza ci sono dei nonni disponibili.
Mi chiedo quanto funzionale all’adattamento di un bambino possa essere tale sistema. Non sono una pedagoga ma, a naso, direi per nulla.
Chiaro è che, ormai il mio bambino è entrato in questo sistema e con uno sforzo (haimè, soprattutto il suo, e questo mi rattrista) concluderà il suo “periodo” con queste regole, ma da mamma mi sento un po’ presa in giro quando mi si vuole convincere che il tutto sia per il bene dei bambini e soprattutto da cittadina vorrei che la scuola fosse davvero intesa come una organizzazione di formazione, aiuto e sostegno della famiglia.
Cordialmente
Lettera Firmata
1 ottobre 2014