Pubblichiamo di seguito una lettera in redazione di Annamaria Agosti con tanto di immagini sulle tantisime storie di gente comune che questa inaspettata alluvione ha portato alla luce.
Persone che lontano dai riflettori si sono attivate per dare una mano ad aiutare gli altri, splando fango, spostando detriti o altro.
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Egregio direttore,
tante sono state le persone che si sono prodigate in questi giorni di emergenza, e che ancora stanno lavorando per aiutare chi è rimasto danneggiato dalla pioggia torrenziale di inizio settimana.
Ovviamente, in questi casi, il primo ringraziamento va a coloro che appartengono alle forze dell’ordine, alla Protezione Civile, ai Vigili del Fuoco, per il loro aiuto fondamentale.
Accanto a loro, però, le tante, tantissime persone comuni che si sono attivate, e alcuni di loro si stanno ancora attivando, per portare un aiuto tangibile a chi ha perso tutto. Ecco, in questa lettera vorrei raccogliere una piccola panoramica su volti e storie delle persone comuni, quelli che all’indomani dell’alluvione sono scesi per le strade in silenzio e spontaneamente, chi con una pala, chi con una scopa, chi con le proprie forze, poche o tante che siano, per dare una mano.
La prima, la più significativa, Pina, della Baiarda di Garbagna, che da sola, nel fosso, ripulisce un tombino intasato.
Poi il simpatico aneddoto di Franco Gemme, che dopo aver spalato fango per due giorni doveva riposarsi, ma poi, visto il sole, è andato a togliere tutto il fango da casa del suocero, ed al termine, stremato, racconta con simpatia “Alla fine mi aspettavo un grazie, invece mia moglie mi fa un cazziatone perché ho spalato con indosso la tuta bella. (Pagata 5 Euro dai cinesi)”.
Ed a smorzare alcuni focolai di polemica su quanto accaduto, le parole condivise sul social network dal vicesindaco di Castelnuovo Scrivia, Gianni Tagliani: “Nella notte di domenica 12 ottobre è caduta una percentuale di acqua nel Basso Piemonte che corrisponde per la media statistica a sei mesi di pioggia. Questo dovrebbe essere bastevole affinché ognuno faccia un proprio ragionamento per comprendere che non è la pianta, la ghiaia, il fiume, il torrente, il ponte. E’ l’acqua che se cade così copiosamente in un tempo ridottissimo (ed è ancora fresca l’esperienza del giovedì sera e della bomba d’acqua) nessuno può fermarla. Poi ci sono interventi strutturali e infrastrutturali, ok. Che sullo Scrivia, ad esempio abbiamo fatto. Che ogni anno facciamo asportando una quota di ghiaia e rimodulandone il deposito. Che diamo la possibilità con autorizzazione del comune a portar via legna dal letto del torrente. Che sul Grue sono stati fatti. Che sulla Calvenza (mai come in questo caso c’entra) si fanno e si stanno appaltando. Ma se questo è il clima, e questo il suo andamento, ogni giorno, purtroppo, aprendo la tv ascolteremo e leggeremo (e se siamo onesti vediamo di peggio). Si interverrà, si farà, si migliorerà ma l’acqua che correva come un fiume in via Einaudi lunedì notte – gente che abita lì di 65 anni – non l’ha mai vista così alta, impetuosa e spaventosa. Un pensiero, infine, alle zone da Brignano in giù per quanto riguarda la Val Curone e la Val Grue dove alcune case sono state spazzate via e la situazione è tuttora pesantissima.”
Da parte mia, in chiusura, ancora un ringraziamento a tutti coloro che hanno lavorato, stanno lavorando, e lavoreranno ancora per aiutare il nostro territorio a risollevarsi. Poche immagini, pochi volti, ma tanti fatti… questo è l’Alessandrino, che rinasce.
Annamaria Agosti
19 ottobre 2014