Se infatti non c’erano dubbi sulla bravura di un attore premio oscar come Robert Duvall nell’interpretare parti drammatiche in cui si trova perfettamente a suo agio, qualche perplessità poteva destare la parte che il regista David Dobkin (Cambio vita, due single a nozze) aveva scelto per il brillante interprete di Tony Stark: cioè un personaggio difficile, un avvocato di successo che difende sempre i colpevoli, ricco e apparentemente soddisfatto della sua vita, fino ad essere spocchioso.
In realtà non è così: il personaggio interpretato da Robert Downey junior è molto difficile, perché man mano che si dipana il film emergono fatti e situazioni così intricate che solo un grande attore avrebbe potuto interpretarle.
Il film è incentrato quasi esclusivamente sul rapporto che l’avvocato Hank Palmer (Robert Downey junior appunto) ha con la vita e con la sua vecchia famiglia, ma soprattutto col padre (Robert Duvall) che lui considera morto e che è costretto a rivedere per la morte della madre.
Sono le prime scene del film, i primi 5 minuti del film che tra l’altro sono stati utilizzati anche per realizzare il trailer.
I restanti 135 minuti sono una grande interpretazione dei due attori principali, calati in una piccola realtà di una cittadina di provincia dello stato dell’Indiana, una realtà come può essere quella locale, di una piccola città di provincia come la nostra, dove tutti si conoscono e dalla quale l’avvocato Palmer è fuggito.
L’interpretazione dei due Robert (Downey junior e Duvall) da sola vale il prezzo del biglietto. Il film è lungo (141 minuti) e a volte persino lento nella narrazione, ma lo spettatore non se ne accorge, perché di fronte ad uno dei migliori film della stagione.
25 ottobre 2014