Cos’è il “referto epidemiologico” rivendicato? E’ il check-up, la diagnosi, sullo stato di salute della popolazione comunale basato sui dati elettronici già presenti (ricoveri, mortalità, farmaci assunti ecc.), anche confrontabili con gli analoghi valori dei comuni vicini, provincia, regione. L’obbiettivo finale è l’individuazione del rischio e del danno, delle bonifiche e della prevenzione di gravissime malattie. L’epidemiologo potrà “diagnosticare” raffrontando il referto epidemiologico con il complesso dei dati demografici e socio-sanitari correnti già presenti. Insomma il referto epidemiologico si basa sul “conteggio” di tutti i deceduti e dei nuovi malati (es. malformazioni neonatali, complesso dei deceduti, complesso dei tumori ecc.) diagnosticati in una specifica comunità come può essere un gruppo di lavoratori o i residenti in particolari aree in un ben definito periodo di tempo. Saranno considerati tutti i casi sulla base dell’età, del genere, dell’area geografica, del periodo e di altre caratteristiche. I valori osservati dovranno poi essere raffrontati con il valore atteso proveniente da una popolazione standard. Se la differenza tra questi due valori risulterà superiore a 1 (ci sarà quindi un eccesso di casi osservati) saremo in presenza di un fenomeno più frequente del previsto. A questo punto, con altri specialisti, dovranno essere indagate casualità e causalità dell’evento. L’utilizzo di questi dati, se adeguatamente aggiornati, potrà permettere di identificare criticità, di origine ambientale, lavorativa o sociosanitaria ed intervenire su di esse. Ciò aiuterà ad individuare tempestivamente le soluzioni, migliorando la qualità di vita dei cittadini e dei lavoratori, salvando molte vite, mantenendo sano il tessuto sociale e risparmiando risorse economiche utilizzabili altrove, magari proprio per attivare una efficace prevenzione primaria, rimuovere le cause di queste malattie ed evitare analoghe epidemie.
Ribadiamo a ciascun sindaco della Fraschetta: la realizzazione di un referto epidemiologico non è così complessa né costosa. Infatti i dati correnti esistono già, e sono presenti negli assessorati alla salute, nelle Asl, negli ambulatori medici e negli ospedali. Sono già informatizzati, codificati e riferiti ad ogni individuo che abbia avuto contatti con strutture sociosanitarie pubbliche o private. Oggi servono solo per scopi amministrativi, economici e statistici. Noi invece rivendichiamo che siano utilizzati in modo sistematico, continuo e applicato all’epidemiologia come prevenzione. Facciamo dunque appello a tutti i sindaci della Fraschetta, sottolineando il ruolo di raccordo di Rita Rossa nella sua duplice veste di sindaco del Comune capoluogo e di presidente della Provincia.
Medicina Democratica Movimento di lotta per la salute – Alessandria