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Un terzo della produzione delle pesche di Volpedo tolte dal mercato perché non idonee

pesche - QLa Volpedofrutta è stata costretta a togliere da mercato un terzo della produzione di pesche, cioè 5 mila perché non idonee al consumo

Lo dice il responsabile commerciale della Cooperativa Volpedo Frutta, Gianpiero Chiapparoli -, se non ci saranno intoppi contiamo di finire verso la metà di novembre come tutti gli anni». La produzione del 2014 quantitativamente è stata molto buona, si segnala un forte aumento della produzione di fragole, passate da 420 quintali nel 2013 a 674 quintali nel 2014; ciliegie, da 337 a 659 quintali; albicocche, la cui produzione è quasi triplicata, passando da 550 nel 2013 a 1484 quintali nel 2014; susine, passate da 1700 a 3200 quintali. In regresso invece la produzione di pesche, scese da 11.100 quintali nel 2013 a 10.300 quintali nel 2014, e pomodori perine scesi da 2.900 a 1.600 quintali. Stabile infine la produzione di mele. «La produzione di pesche prevista nel 2014 era di 15.000 quintali – spiega Chiapparoli – perché negli ultimi anni abbiamo messo a dimora molti nuovi impianti, ma la pessima condizione climatica e le difficoltà di mercato, ci hanno costretti a togliere dal mercato circa 5.000 quintali in quanto non idonei al consumo. Anche sulla produzione del pomodoro hanno influito le cattive condizioni climatiche di quest’estate».

E’ il primo bilancio della stagione frutticola 2014 della Volpedo Frutta, che volge ormai al termine. «Rimangono ancora da collocare sul mercato solo le mele – conclude Chiapparoli – Dal punto di vista della qualità si segnala una diminuzione su albicocche e pesche sempre dovuta alle condizioni climatiche di questa pazza estate con tante giornate di pioggia e poche di sole. Il forte aumento della produzione di alcuni prodotti ci consentirà di raggiungere gli stessi fatturati dello scorso anno, ma segnaliamo una pesante riduzione dei prezzi su quasi tutti i prodotti, in particolare sulle albicocche e sulle pesche, dovuta sicuramente ad un’abbondante produzione europea, ma soprattutto ad una sensibile diminuzione dei consumi dovuta alla forte recessione economica del Paese».

 26 settembre 2014

 

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