Egregio Direttore,
lunedì 8 settembre, in Consiglio Comunale, nascerà la Nuova ATM che, secondo il Sindaco Gianluca Bardone “vuole essere l’occasione per rilanciare un ruolo da protagonista di Tortona nella gestione dei servizi”.
Alla luce degli ultimi accadimenti riguardanti la centralina idroelettrica sullo Scrivia, la prospettiva illustrata dal nostro Primo Cittadino merita un dettagliato approfondimento, secondo l’ottica di una “ambientalista anomala”.
Innanzi tutto, sono sollevata dalla recente presa di posizione della Giunta in carica, che fuga ogni dubbio su un possibile “commissariamento” da parte della Provincia, sulle decisioni a tema ambientale di pertinenza del Comune di Tortona.
Forse l’acqua, essendo un bene pubblico, può essere “sfruttata” da chiunque ne faccia richiesta? Se così fosse, o prendiamo coscienza di questo (magari in tempi rapidi) oppure continuiamo a discutere del sesso degli angeli ed aspettiamo che i privati ci riempiano di impianti senza che il Comune prenda un soldo, se non poche briciole, concesse sotto la “generosa” forma di opere compensative.
A cosa mi riferisco, nello specifico? Al massiccio assalto da parte degli investitori privati, che stanno sfruttando all’inverosimile il grande business del momento; i forti incentivi regolamentati e previsti dal DM del 6 luglio 2012 fanno sì che la realizzazione di piccoli impianti idroelettrici (che di fatto hanno un impatto veramente modesto sul fabbisogno nazionale di energia elettrica) generino invece proventi per chi li realizza. Tanto fatturato che gli incentivi continueranno a garantire, ogni anno, per i prossimi 20 anni.
A fronte di un forte calo del fabbisogno d’energia elettrica in Italia, dovuto in particolar modo alla crisi economica, si assiste ad un proliferare di questi impianti idroelettrici, che generano flussi di cassa anche dovuti agli incentivi governativi (finanziati dai consumatori come voce di spesa sulla bolletta elettrica) che vanno a generare dei sostanziosi introiti a favore dei soggetti privati.
Qualcuno si è mai domandato quali siano i costi di manutenzione di queste centrali? Io sarei pronta a scommettere su questo: chi presenta questi progetti lascia intendere che siano oneri altissimi, con una forte tassazione ed elevati costi amministrativi, e quindi che sia assolutamente conveniente accordarsi su di un indennizzo dell’ordine di qualche decina di migliaia di euro l’anno, lasciando ai privati l’incombenza di costruire le centrali.
Se fosse proprio così, sarebbe più che legittimo interrogarsi se veramente i privati così generosi da far guadagnare il Comune sobbarcandosi unicamente spese e grattacapi.
A quanto pare, invece, questi impianti non hanno costi eccessivamente esorbitanti.
Per esserne ancor più convinti proviamo a ficcare il naso a casa di chi non ha svenduto lo sfruttamento della propria acqua ai privati in cambio di misure compensative irrisorie, ma ha deciso che se proprio dovevano si doveva sacrificare l’acqua e l’ambiente, era meglio farlo per il comune ed i propri cittadini.
Un Comune di sole 250 anime dice NO
Esiste, nella ridente provincia di Sondrio, un piccolo Comune, Gerola Alta, che cinque anni fa ha deciso di non accontentarsi delle briciole di quelle misure compensative (francamente, risibili) come quelle prospettate il più delle volte in questi casi, bensì ha avviato e portato avanti l’iter, realizzando una propria mini centrale idroelettrica, attiva tramite una società partecipata al 100% dal Comune. E le cifre a bilancio sono di tutto rispetto: il comune di Gerola ne ricava un introito netto di 300.000 € all’anno, a fronte di un fatturato di 600.000€, generato dagli incentivi (validi per i prossimi 20 anni, ricordiamolo), e considerando le quote d’ammortamento dell’investimento iniziale. E’ facile immaginare quelli che saranno i ricavi dopo la conclusione degli ammortamenti ed è altrettanto facile capire perché a Gerola Alta si stia procedendo alla costruzione di un Centro Sportivo e Polifunzionale e perché il sindaco di Gerola stia pensando al pagamento delle bollette dell’energia elettrica dei propri concittadini, oltre ad altre opere pubbliche di rilievo.
A Tortona bisogna farla? No ai privati, piuttosto, con la Nuova ATM
Mi rendo conto che una affermazione simile, da parte di una ambientalista, possa sembrare perlomeno curiosa e destinata a sollevare non poche critiche. Se però si vuole pensare alla possibile massimizzazione (reale e concreta) del vantaggio economico ottenibile per il Comune, tutto acquista un senso compiuto.
Si tratterebbe di una svolta decisiva per i bilanci comunali dei prossimi decenni: con i trasferimenti dallo Stato sempre più assottigliati, l’ennesimo vincolo sull’impiego degli oneri di urbanizzazione, questo potrebbe rappresentare un modo concreto di aumentare la capacità di spesa dell’Ente, a rischio zero ed in termini immediati. Vorrebbe dire poter dare ai cittadini più servizi, più opere pubbliche, più lavoro e più risorse agli altri progetti che si potrebbero mettere in cantiere. Si attiverebbe il famoso volano moltiplicativo che tutti aspettano. E forse, sarebbe la scelta migliore per una Tortona che vuole risollevarsi dalla crisi economica e dare la svolta decisiva al proprio bilancio.
Se proprio dobbiamo sacrificare acqua e ambiente, che sia per il bene di Tortona, e non per arricchire un soggetto privato.
Ma dobbiamo proprio?
Annamaria Agosti
8 settembre 2014