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Terzo valico: i Comuni non fanno rispettare le regole lo dimostrano la vicenda dell'ex cava Cementir e i cantieri stradali


Da parecchio tempo noi dell’Associazione AFA ci battiamo sul piano giuridico e legale contro la realizzazione dell’infrastruttura TAV – Terzo Valico dei Giovi convinti, in base alla genesi dell’opera e al dettato progettuale, che si tratti di un’opera inutile e costosa, dal forte impatto sull’ambiente e sulla salute delle persone e con un rapporto costi-benefici del tutto deficitario per il nostro paese. In questo ultimo anno, man mano che le procedure per la sua realizzazione venivano approvate dagli organismi competenti, abbiamo analizzato attentamente i documenti prodotti al fine di controllarne la legittimità e la correttezza formale, anche qui pienamente convinti che avremmo individuato in quegli atti elementi di irregolarità e di omissione tali da richiedere l’intervento dell’autorità giudiziaria e amministrativa. E in effetti siamo stati facili profeti in quanto abbiamo riscontrato ripetutamente presunte infrazioni alle norme vigenti che abbiamo segnalato con tempestività alle autorità preposte.

Ci sembrava che, nella patria del diritto, questo fosse un preciso dovere di ogni cittadino che avesse a cuore la democrazia e i suoi principi, soprattutto in quei casi in cui le Amministrazioni Locali si fossero dimostrate succubi di chi aveva deciso un’opera del genere sulle loro teste. Abbiamo dunque fatto ricorsi ed esposti, spendendo cifre considerevoli racimolate grazie al lavoro dei soci e alla solidarietà dei molti simpatizzanti. Li abbiamo fatti sempre con il conforto della legge, sicuri che coloro che hanno il compito di custodirla la facessero rispettare.

Ebbene, forse ci siamo illusi. A quanto pare nell’Italia contemporanea non conta avere ragione con il suffragio dei documenti, conta il peso politico ed economico che si può vantare nei rapporti istituzionali: i cittadini non fanno paura a nessuno, i potentati economici sì. Ecco allora che la nostra denuncia dell’assenza di un documento fondamentale ( la valutazione d’incidenza, che secondo noi non è mai stata redatta) per procedere nel lavoro all’interno del SIC (sito di importanza comunitaria) Capanne di Marcarolo, che nessuno degli uffici interessati è stato in grado, su nostra richiesta, di produrre, passa inosservata e gli enti amministrativi territoriali (Regione Piemonte, Parco Naturale delle Capanne di Marcarolo, Comune di Voltaggio) preposti alla tutela del territorio e della salute dei cittadini (verranno scavate e scaricate rocce amiantifere) non dicono niente, anzi, si affannano a tamponare in qualche modo la falla, come se temessero di scontentare qualcuno lassù in alto. Oppure, altro caso, il concessionario inizia i lavori nella galleria di servizio della Castagnola e gli enti locali (Regione Piemonte, Provincia di Alessandria, Comune di Fraconalto), avvisati da noi, dicono di non sapere nulla, che nessuno, pur lavorando sul loro/nostro territorio, si è preso la briga di informarli ufficialmente. E chiedono (la Provincia) delucidazioni in merito al Ministero dell’Ambiente e questo risponde che “se pò fa, se pò fa”, in base a una normativa che vale solo per le grandi opere, ma non per il semplice cittadino.

E che dire dei troppi cantieri propedeutici al Terzo Valico lungo le strade provinciali che, nonostante la prescrizione della Provincia di Alessandria che limita il numero a due in contemporaneità di lavoro, nessuno interviene a sospendere?

“Ma siamo uomini o caporali?”, direbbe l’indimenticabile Totò. Vengono a lavorare in casa nostra e fanno come vogliono in barba alle norme e alle leggi?! Neanche fossimo una colonia… o siamo una colonia? Dal comportamento di molti amministratori locali parrebbe di sì. E allora noi ci chiediamo se questi amministratori hanno ancora il senso della dignità e dell’identità territoriale e se sono in grado, pur nella loro indipendenza di giudizio riguardo alla questione Terzo Valico, di far rispettare a questo invasore prepotente e ingombrante le stesse regole che fanno rispettare, con giusto rigore, ai loro cittadini. E alla gente, alla nostra gente, che comincia a vedere e a patire gli effetti disastrosi di quest’opera inutile, diciamo: non aspettiamo fatalisticamente che si compia un destino che altri hanno scelto per noi, ma battiamoci tutti insieme per impedire lo scempio delle nostre valli e per poterle consegnare un giorno integre e salubri alle future generazioni.

                                                                                    Associazione Amici delle Ferrovie e  dell’Ambiente – Afa


14 settembre 2014

 

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