Pubblichiamo di seguito un comunicato stampa di Lino balza di Medicina Democratica che preoccupato per la grave situazione delle ex Fabbricazioni Nucleari a Boscomarengo annuncia l’avvio di un’indagine epidemiologica sulla possibile presenza di malattie o fattori a rischio nella zona della Frsachetta al centro di Novi Ligure, Tortona ed Alessandria.
Di seguito il comunicato stampa:
E’ imminente a Roma davanti al Consiglio di Stato l’udienza di merito del ricorso contro il deposito ex Fabbricazioni Nucleari di Bosco Marengo, ricorso mirato a creare un precedente giuridico valido per tutti i siti già nucleari, altrimenti destinati a eterni depositi di se stessi. A questo ricorso pilota ancora oggi attribuiamo la valenza nazionale di affermare la rivendicazione di un ultrasicuro deposito unico italiano, quanto l’attribuimmo -prima del referendum 2011- di stop alla strategia nuclearista del governo Berlusconi.
Il Ministero dello Sviluppo Economico aveva emesso un decreto che avrebbe autorizzato la demolizione dell’impianto di fabbricazione di combustibili nucleari di Bosco Marengo e la conseguente costituzione di un deposito di rifiuti radioattivi definito “temporaneo” fino al 2020 pur sapendo che i tempi di decadimento radioattivo variano rispettivamente nell’ordine di alcune decine di anni (rifiuti di prima categoria), di alcune centinaia di anni (seconda categoria), di alcune migliaia di anni e oltre (terza categoria).
Insomma, tombare centinaia di fusti radioattivi vecchi e nuovi sotto un capannone vulnerabilissimo da attentati, collisioni di aerei e meteoriti, incidenti, incendi, alluvioni, terremoti, in un sito assolutamente inidoneo neppure per uno stoccaggio temporaneo: sia per le condizioni antropiche del territorio (densità popolazione) sia per le caratteristiche geomorfologiche del terreno (sismico, con falde), come dimostrerebbero agevolmente le indagini geotecniche e il (mancato) assoggettamento alla valutazione di impatto ambientale VIA.
Per impedire questa operazione, per bonificare a prato verde Bosco e denuclearizzare Alessandria, chiedemmo l’intervento della Procura, promuovemmo una entusiasmante capillare sottoscrizione popolare e con l’aiuto di Beppe Grillo presentammo ricorsi al TAR Tribunale Amministrativo Regionale del Piemonte e al Consiglio di Stato contro il Ministero e l’ISPRA Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, e nei confronti della SOGIN Società Gestione Impianti Nucleari SpA (ex Fabbricazioni Nucleari), per l’annullamento, previa sospensione, del decreto suddetto, eventualmente previa rimessione alla Corte Costituzionale.
Attualmente il capannone nucleare di Bosco Marengo in piena Fraschetta, tra i comuni di Bosco, Pozzolo Formigaro e Alessandria può essere oggetto di catastrofe senza che nessuno di questi Comuni, né altri vicini (Novi Ligure, Frugarolo ecc.) abbia provveduto ad informare i cittadini sui piani di emergenza nucleare, e malgrado avessimo inviato formale diffida.
In più, le scorie nucleari vanno in giro per l’Italia e da Caorso dirette in Francia su camion o treno passano nottetempo per Alessandria.
Parte di quelle di Bosco vanno e ritornano dall’estero o dalla Casaccia (Roma). Nel mentre, il Comune di Bosco riceve dallo Stato migliaia di euro come “compensazioni” per il pericolo radioattivo (e beffardamente il Comune di Alessandria non ricava nemmeno un euro mentre sono proprio i sobborghi di Mandrogne, Litta Parodi, Cascinagrossa ecc. ad essere i più vicini al deposito).
Ebbene, nel suo piccolo Medicina democratica annuncia che, con il contributo della sottoscrizione, promuoverà una indagine epidemiologica sui lavoratori dell’ex Fabbricazioni Nucleari e sui cittadini di Bosco Marengo e paesi limitrofi. Più in grande, inoltre siamo ottimisti che a breve sarà annunciata una indagine epidemiologica completa per tutta la Fraschetta, da Alessandria a Tortona a Novi.
Lino Balza Medicina democratica Movimento di lotta per la salute Sezione di Alessandria
7 settembre 2014