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Il nodo dell’ Inps e della stazione ferroviaria di Tortona: cosa fare?


Direttore,

la vicenda dell’ufficio Inps di Tortona mi induce a fare qualche considerazione; non polemica ma propositiva:

nel periodo elettorale cittadino il Sig. Morreale “aveva scongiurato” la chiusura degli uffici con la raccolta di firme. Peccato che oggi si ritorni sull’argomento dimenticando che in vista delle elezioni si dice tutto ed il contrario di tutto pur di avere qualche voto in piu’.
La sostanza e’ che nessun cambiamento nei programmi dell’Ente c’era stato allora, e’ una certezza, ed oggi di fronte alla prossima chiusura  si continua a parlare di sit in ecc.: iniziative lodevoli ma che non affrontano il problema alla radice.
Le domande alle quali dobbiamo rispondere sono, a mio parere:
quanto paga l’Ente di affitto per i locali?
i locali sono agibili o hanno criticita’ gravi? (dal 2000 mi parrebbe)
l comune e’ disposto ad incentivare l’Ente concedendo in uso gratuito i locali occupati? Agibili e non agibili?

La situazione poi va analizzata anche in rapporto alle risorse umane.
Quante risorse erano in forza all’ufficio nel momento dell’apertura?
Quante risorse rimarrebbero in  forza alla fine di febbraio 2015?
Quante domande di trasferimento, interne all’Inps, sono in pending attualmente verso Tortona?
Quante domande di mobilita’ verso Tortona da altri Enti sono in sospeso oggi?

Se non esaminiamo questi numeri, che senz’altro gli addetti conoscono a memoria ed avranno certo analizzato nel corso dei tanti incontri, non abbiamo la fotografia reale e concreta della situazione attuale.
Oggi ci si confronta con i costi, con i numeri delle risorse e  con il fatto che i servizi offerti, soprattutto quelli pubblici, debbono avere una loro copertura economica. Che poi i penalizzati siano sempre i cittadini questo e’ vero ma possiamo legittimamente pensare che l’Inps, solo come esempio di tutto il “pubblico”, eroghi servizi senza copertura economia? Giusto o ingiusto questo e’ un altro problema ma il rapporto costi/ricavi obbedisce a leggi matematiche non alle logiche elettorali o delle tavole rotonde.
Ricordo ai nostri manager una frase di Ugo la Malfa: (anni 60 ed allora ero in ragazzino) Possiamo pensare che duri in eterno il fatto che l’Italia con la meta’ dei kilometri rotabili della Francia abbia il doppio degli addetti sempre rispetto alla Francia? E questo lo possiamo estendere a tutto il “pubblico” e parzialmente anche al privato. Questa e’ stata la politica economica per cinquant’anni, con  tutte le conseguenze che ben sappiamo.  Poi ci sono le tante e troppe chiacchiere che non solo non risolvono i problemi ma non affrontano nemmeno il problema con dati a supporto.

Una battuta: poche settimane fa sul questo giornale on line un esponente politico, non ricordo quale, affermava che a Tortona transitano gli stessi treni che transitano a Voghera, per supportare la necessita’ del posto di Polizia ferroviaria, dimenticando di dire che i treni che transitano sono una cosa mentre quelli che fermano sono un’altra; la differenza e’ tutta in quei numeri. Occorre documentare le affermazioni per comprendere le logiche e quindi proporre soluzioni percorribili sia per il posto di Polizia ferroviaria che per la biglietteria; o ci si e’ dimenticati della biglietteria?

La saluto cordialmente.

Lettera Firmata


23 settembre 2014

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