“Ci sono i turisti ed i viaggiatori: i primi vanno con il paraocchi e guardano solo quello che devono guardare, i secondi guardano quattro o cinque cose contemporaneamente e si pongono delle domande. Dovete andare a visitare anche i supermercati”: queste le parole di Michele, l’accompagnatore turistico della Boscolo nel nostro viaggio nelle capitali del Nord.
Parole che ci ricorderemo ad Oslo. La capitale norvegese ci accoglie. “Chi l’ha vista quindici o vent’anni fa non la riconoscerà più”, ci avverte la guida. Io c’ero stato, con un fly and drive, vent’anni giusto fa: allora Oslo, vista di fretta e superficialmente, non mi era piaciuta. Ora è una simpatica sorpresa.
La guida ci avverte: “Il costo della vita, qui, è molto più caro che non in Danimarca.” Il cambio, sulla carta, ci è favorevole: un euro vale 8,16 corone. Ma la realtà è diversa. “Il fatto è -spiega la guida- che in Norvegia è stato scoperto il petrolio e questo ha prodotto delle rivendicazioni da parte dei sindacati. I lavoratori hanno spuntato salari più alti ma, come in un paradosso, si sono alzati pure i prezzi.” E continua: “In Norvegia c’è bisogno di lavoratori e molti provengono dalla vicina Svezia, dove invece c’è un certo livello di disoccupazione.”
Le risorse della Norvegia si basano soprattutto su petrolio, pesce e turismo. C’è molta immigrazione.
Bellezze e stranezze di Oslo
Arrivati ad Oslo ci mostra subito l’edificio dell’Opera, posto vicino al mare, e quindi ci porta al Parco di Vigeland, aperto sia di giorno che di notte. Al suo interno numerose statue con l’autore che, però, non ha dato alcuna indicazione su quello che ha voluto rappresentare: ogni visitatore può dare il senso che vuole, secondo la sua ispirazione. E’ un gioco, quello al quale ci sottopone la guida, chiedendoci che cosa vediamo nelle varie sculture. Escono le cose più disparate. C’è un monolite, alto 17 metri, con 36 gruppi scultorei che si slanciano verso l’alto. Qualcuno fà il paragone con il Gabbiano Jonathan Livingstone. Quello che, vincendo gli inviti di amici e familiari, decise un giorno di conoscere e di superare i propri limiti, senza adeguarsi al concetto della massa, guadagnando in sicurezza ed autostima.
Oslo ha in serbo altre sorprese, come il Museo delle navi vichinghe, velieri agili, snelli, che portarono le genti del nord in Groenlandia, in Russia, in Francia, in Sicilia e perfino in America. O come il museo dedicato alle imprese di Amundsen il quale condusse una spedizione che per primo raggiunse il Polo Sud.
Restiamo ammirati dalla sua precisione: in un documento sono annotati gli alimenti portati, la loro quantità, i nomi e l’età dei cani, il loro fabbisogno di cibo. Per quella spedizione nulla venne lasciato al caso.
La guida ci dice che, però, non c’è solo Oslo: sono bellissimi i fiordi della Norvegia, con un viaggio assai famoso con il cosidetto Postale dei fiordi, ed il suo interno. Ci sono 2.200 chilometri di piste per lo sci di fondo, con Oslo che si è candidata ad ospitare le Olimpiadi invernali del 2022. E tanti boschi. Sottolinea, la guida, che l’entrata nei boschi è libera anche se questi sono privati e liberamente si possono raccogliere bacche e funghi. Ed afferma che questa, per la Norvegia, è stata una estate estremamente calda. Quindi ci rivela che è molto usato il sistema del car sharing.
Dopo cena consueta sgambata con Michele che ci accompagna ad un quartiere sorto in una zona una volta malfamata ed il cui nome, Tjuvholmen, significa, per l’appunto, isola dei ladri. Adiacente c’è Aker Brygge, dove una volta c’erano dei cantieri e, adesso, al loro posto, appartamenti, ristoranti ed uffici. Tjuvholmen è composto da tre edifici, con una copertura curvilena. Uno di questi ha pure degli uffici mentre gli altri due sono dedicati ad esposizioni temporanee od a collezioni permanenti di arte moderna. Alla realizzazione del progetto di riqualificazione dell’area ha contribuito anche il nostro Renzo Piano. Michele ci dice, riguardo ad Aker Brygge che, per non creare un quartiere solo per ricchi, è intervenuto lo Stato per i ceti meno abbienti. Sottolineando che i mutui sono molto bassi. In quanto all’arte moderna, francamente, non ha riscontrato il gradimento di nessuno di noi.
Nella stessa serata siparietto con Michele che si dirige verso una compagnia di norvegesi, proponendo a due ragazze uno scambio con due donne italiane. Si ride. Le norvegesi stanno allo scherzo. Michele ci sa indubbiamente fare. Ha una notevole parlantina abbinata ad un carattere che ispira simpatia. Le ragazze norvegesi si fanno immortalare in una fotografia con le due donne italiane.
Il giorno seguente visita al Museo Nazionale con il dipinto “L’urlo” opera di Munch.
I prezzi ai supermercati: carissimi perché quasi tutto viene dall’estero
Quindi decido che è ora di annotare i prezzi in uso nei supermercati, raccogliendo l’invito della guida. Chiedo la collaborazione di Maria Grazia Marrin, toscana di Montevarchi.
Guardiamo le confezioni, il peso dei singoli prodotti, rapportiamo molte cose in chili. Lei ha un convertitore di valuta che agevola molto le cose.
Qualche dato: la birra Red Bull da 0,25 costa 3 euro ed ottanta centesimi; un litro e mezzo di acqua minerale naturale un euro e diciassette; l’aglio undici euro e settantasette; i cavolfiori un euro ed ottantanove; i pomodori tre euro e cinquantacinque; il Philadelphia diciassette euro e cinque; le mele Golden Italia tre euro e diciannove; le pesche Nectarine, pure italiane, un euro e settantasette; il parmigiano reggiano che è nostrano, il più caro con i suoi trentotto euro e 34 centesimi.
Deve essere buffa la scena e tante volte ci chiediamo cosa possa pensare la gente. Controlliamo i vari articoli, formaggi, verdura, frutta, bibite, io scrivo e l’altra detta.
E adesso si va in Svezia, alla prossima
Torniamo, stanchi, in hotel. Il Grand Hotel di Oslo. “Qui ci ha soggiornato anche Obama quando ha ricevuto il premio Nobel per la pace.” Non lasciamo Oslo senza essere stati ospiti del centro benessere di questo hotel, al quale accedono anche persone che non sono clienti. Un centro benessere da raccomandare. Se proprio dobbiamo muovere un appunto quello riguarda la cena che ci è stata servita: non proprio una cena da Grand Hotel. Ma questo appartiene ormai al passato: è pomeriggio, noi siamo perfettamente puntali. Michele si lamenta: “Troppo puntuali”. Guardiamo gli orologi: un quarto d’ora di anticipo. Meglio,pensiamo, c’è un lungo viaggio fino ad Orebro, Svezia. Ma gli affari sono affari, qualcuno comincia a chiedere all’autista un caffè. Subito si forma una coda. Risultato: alla fine partiamo con oltre un quarto d’ora di ritardo. Partiamo. Verso la Svezia. Verso Stoccolma. Con le nostre aspettative. Chiedendoci come sarà. La curiosità ci domina. E voi?
Maurizio Priano
24 agosto 2014