Paolo Marforio direttore  Generale dell'Asl

Paolo Marforio direttore Generale dell’Asl

Il Direttore generale dell’ Asl Paolo Marforio, e il Direttore SanitarioFrancesco Ricagni, hanno fatto il punto su alcuni temi balzati nei giorni scorsi agli onori delle cronache, non senza imprecisioni e fraintendimenti da parte della stampa, che hanno voluto esplicitare nel dettaglio per dissipare ogni ambiguità.

Dott. Marforio, che cosa vi ha spinti a rivolgervi al mondo dell’informazione, in particolare quella locale, per approfondire le tematiche che vi stanno a cuore?
Nei giorni scorsi alcune notizie di cronaca che hanno riguardato l’ASL AL sono state accompagnate da deduzioni non sempre adeguate, che a volte hanno portato l’informazione lontana dalla realtà delle cose.
Mi riferisco alla vicenda che ha visto il sequestro dei laboratori per la preparazione dei farmaci antitumorali nelle sedi di Novi Ligure e Ovada, sequestro che è stato revocato dopo breve.
L’ASL AL dal novembre 2012 ha deliberato il progetto di riorganizzazione dell’allestimento delle terapie oncologiche, prevedendo un percorso che avrebbe portato alla centralizzazione presso la sede di Tortona di tutte le attività di preparazione degli antiblastici, passando per l’unificazione dei protocolli terapeutici, conseguita con l’apporto indispensabile e altamente qualificato del Direttore delle Rete Oncologica del Piemonte e della Valle d’Aosta, dott. Oscar Bertetto, la formazione specialistica degli operatori che si sarebbero aggiunti a coloro che già svolgevano il delicato compito, l’acquisizione di un sistema tecnologico per la preparazione automatizzata delle sacche, la progettazione delle modalità di trasporto in sicurezza dei farmaci, dal centro al territorio.
I vantaggi che questo cambiamento comporta vanno dalla maggiore sicurezza per i pazienti e per gli operatori, alla migliore economia di scala che consente di abbattere gli sprechi di farmaci molto costosi.

Come mai non era ancora partito il progetto?
Il cronoprogramma prevedeva di andare a regime nell’autunno di quest’anno. L’intervento dei NAS ci ha indotti a velocizzare un processo già ampiamente avviato, tanto che in un pomeriggio è stato possibile riorganizzare l’intera attività di due laboratori senza lasciare scoperto il fabbisogno dei nostri pazienti nemmeno per un giorno. Vorrei sottolineare come il personale infermieristico e i farmacisti abbiano operato con grande professionalità, ben oltre i meri doveri istituzionali, per garantire che lo spostamento avvenisse senza criticità e nei tempi brevissimi descritti.

Attualmente prepariamo circa 32 mila all’anno. Perché si parla di un unico centro di preparazione ad Alessandria?
Le ultime indicazioni regionali fanno riferimento all’opportunità di centralizzare ulteriormente, in un solo centro, tutta la preparazione che risponda al fabbisogno provinciale. Gli incontri in tal senso con il dott. Bertetto hanno chiarito che, se l’opzione ottimale è sicuramente questa, d’altra parte la riorganizzazione comporterebbe oneri finanziari non trascurabili per realizzare il progetto già predisposto dall’ASL, dei locali presenti, oltre ai tempi necessari per la progettazione e l’espletamento di una gara d’appalto europea. Quindi tempi non brevissimi.

Che cosa succederà ora?
Per il momento la soluzione adottata è quella preferibile fino a quando, a livello regionale, le valutazioni del dott. Bertetto, condivise con l’Assessore Saitta e il Direttore Moirano, ci offriranno ulteriori indicazioni.
Questo è stato il motivo per cui, non avendo certezza del luogo definitivo di centralizzazione della preparazione degli antitumorali, ho ritenuto opportuno ritirare la procedura di gara che avevamo avviato per l’acquisizione del “robot” per la preparazione e il confezionamento delle sacche.
Questo strumento da qualche organo di informazione è stato erroneamente associato ad un altro progetto attivo in azienda, quello della Dose Unica del Farmaco, che non ha nulla a che vedere con la preparazione degli antiblastici.
La dose unica del farmaco è gestita da un sistema automatizzato che prepara le terapie per il singolo paziente, evitando l’errore umano. Il costo finanziario è superiore, ma contemporaneamente si riduce lo stoccaggio dei medicinali e si scongiurano le conseguenze di errori e del loro effetto sui pazienti. Si tratta di una scelta strategica, già adottata in Francia e Germania, che la Regione valuterà.
Per quanto concerne gli antiblastici, il progetto di acquisire in service un’apparecchiatura automatizzata, attualmente sospeso, avrebbe avuto un costo aggiuntivo di circa 30 mila euro all’anno (circa 1 euro a sacca), ma avremmo beneficiato di una serie di vantaggi e alla fine avremmo anche risparmiato.

Per quanto riguarda i conti, l’ASL AL è tra quelle che devono ancora consegnare alla Regione il bilancio 2012, come lamentato dall’Assessore Saitta?
L’ASL AL ha deliberato il bilancio 2012 nel mese di marzo 2014, in sostanziale pareggio, come certificato dal Collegio Sindacale, facendo fronte a minori entrate da parte della Regione, oltre che all’aumento dell’IVA.
Inoltre è stata portata a compimento la revisione della rete ospedaliera con un corrispondente incremento di quelle attività territoriali come l’istituzione dell’infermiere di comunità, la riconversione del presidio di Valenza con l’apertura di 20 posti letto di cure intermedie (Continuità Assistenziale), il potenziamento dell’Hospice Il Gelso, portando a regime i letti da 16 a 24/25, l’incremento delle cure palliative domiciliari, ma i risultati economici di tali operazioni cominciano a potersi apprezzare solo ora.
Quanto alla chiusura dei punti nascita di Tortona e di Acqui Terme, contemplati dal Piano Sanitario Regionale, anche se si tratta di operazioni per certi aspetti dolorose, si sono rese necessarie in quanto entrambi non rispettavano gli standard minimi previsti dai protocolli di 500 parti/anno.
La riorganizzazione effettuata è coerente con il Piano di Rientro Regionale ed i Piani Operativi, comunicata al tavolo interministeriale, che li sta monitorando, anche nell’ottica di mettere i conti in sicurezza per salvaguardare il sistema pubblico, non certo per penalizzarlo.

1 agosto 2014