Sembra una notizia anch’essa riciclata ma così non è perché sulla tratta Parigi/Genova i veicoli di illecita provenienza, specie ciclomotori paiono una costante

Stavolta a finire nei guai è stato B. C. tunisino cinquantenne residente in Francia sottoposto a fermo di Polizia Giudiziaria per riciclaggio ed associato alla casa circondariale “Don Soria” di Alessandria.

La  pattuglia della Polstrada alessandrina svolgeva regolare servizio di vigilanza stradale sull’A/26 dei trafori con vettura con colori d’istituto, quando, l’altra mattina, verso le 10.30, fermava sull’A/26 sud, direzione Genova, territorio del comune di Tagliolo Monferrato un furgone marca Peugeot con targa francese.

Nel vano di carico del furgone erano presenti masserizie e bagagli stipati oltremodo e solo un approfondito esame permetteva di accertare che erano presenti alcuni ciclomotori occultati dietro un pannello di legno.

Alla espressa richiesta di fornire indicazioni B. C. riferiva di essere in viaggio per raggiungere Genova per il successivo imbarco per la Tunisia.

A conferma esibiva il biglietto della compagnia di navigazione emesso da un’agenzia a Montpellier  con partenza da Genova per Tunisi.

Raggiunti gli uffici della Sottosezione di Ovada gli agenti della Polstrada procedevano  a scaricare quanto presente sul mezzo ed a rinvenire nr. 2 ciclomotori di marca Yamaha uno dei qualiprovento di furto consumato in data 10 maggio scorso a Clichy in Francia , sul quale era montata la targa francese appartenente ad un altro ciclomotore marca Piaggio non da ricercare.

Il secondo ciclomotore marca Yamaha con targa francese, aveva la chiave di accensione non originale, e risultava di incerta provenienza.  Entrambi non erano accompagnati dai rispettivi documenti di circolazione ed in particolare quello più nuovo aveva il blocchetto dell’accensione forzato.

Attraverso la collaborazione dell’associazione delle Compagnie di Assicurazione francesi, si apprendeva della provenienza furtiva dello scooter Yamaha Neos di colore nero.

L’occultamento tra le masserizie e l’apposizione di una targa regolare su un ciclomotore provento di furto, indicavano quella serie di operazioni finalizzate ad ostacolare l’identificazione dei beni ovvero impedire la determinazione della provenienza del mezzo che consentivano di imputare al B. C., in transito nella provincia di Alessandria, la responsabilità per quella operazione di “trasferimento dei beni” di illecita provenienza caratterizzante il delitto “di riciclaggio”, ipotesi più grave della semplice ricettazione.

Sussistendo i gravi indizi di colpevolezza, rilevato il concreto pericolo che il B. C.  in viaggio per la Nazione natia, potesse sottrarsi alla Giustizia Italiana allontanandosi dal territorio Nazionale, gli agenti della pattugliai si avvalevano della facoltà prevista al comma 2 dell’art. 384 del c.p.p. applicando la misura restrittiva della libertà personale del fermo di P.G.

Assolti gli obblighi di legge il tinisino è stato condotto presso l’istituto di detenzione

I ciclomotori sottoposti a sequestro penale saranno  restituiti agli aventi diritto.

23 agosto 2014

polstrada - G