C’è il rischio concreto che i precedenti amministratori comunali guidati dal sindaco Massimo Berutti possano essere chiamati a rispondere del reato di danno erariale per la somma di circa 327 mila euro.
E’ lo stesso Ministero delle Finanze ad avanzare l’ipotesi e lo fa nella relazione inviata al Comune di Tortona in seguito all’ispezione effettuata ad inizio anno. Ipotesi peraltro confermata anche durante la conferenza stampa di presentazione della stessa relazione.
Tutto nasce dalla Farmacom, società costituita dal Comune nel 2010 per la gestione delle due farmacie comunali.
Cerchiamo di spiegare con parole semplici cosa è successo superando i tecnicismi contenuti nella relazione del Ministero. Soltanto così, infatti, è possibile comprendere perché, secondo lo stesso Ministero, la precedente Amministrazione comunale non solo rischia grosso, ma avrebbe violato pure la Costituzione Italiana.
In pratica il Comune costituisce la società Farmacom (poi dichiarata illegittima) per la gestione delle farmacie, di cui è proprietario al 90% e si fa pagare il canone anticipato per 10 anni: 4 milioni di euro che la Farmacom reperisce stipulando un mutuo ed indebitandosi con la banca di Legnano, ex Cassa di Risparmio di Alessandria.
La somma è comprensiva di Iva ed è proprio quest’ultima, (l‘Iva) che potrebbe costituire danno erariale.
L’articolo 119 della Costituzione italiana prevede che gli enti locali possano ricorre all’indebitamento solo per finanziare spese di investimento. Il mutuo stipulato da Farmacom (e quindi dal comune che è socio al 90%) invece è servito par pagare le spese correnti cioè quelle per il mantenimento dello stesso Comune e non invece, le spese di investimento come previsto dalla legge. Di qui la presunta violazione della Costituzione.
In parole povere: il Comune che era in rosso con i conti, ha costituito una società di cui è proprietario, per stipulare un mutuo e versare i soldi a sé stesso per pagare i debiti di mantenimento dello stesso comune.
Un artifizio contabile che secondo il Ministero non si poteva fare.
Non solo, ma gli interessi che la Farmacom (il Comune al 90%) ha pagato alla banca, proprio perché utilizzati per le spese correnti e non per spese di investimento, sempre secondo il Ministero, possono costituire danno per l’erario e questi interessi pagati da Farmacom (cioé dal Comune che ne è il proprietario) ammontano a circa 327 mila euro. Somme che i precedenti amministratori potrebbero essere chiamati a restituire.
IL PATTO DI STABILITA’ SFORATO?
Ma i guai non finiscono qui: il Ministero, infatti, ha accertato che l’operazione contabile è stata effettuata in maniera discutibile ed ha alterato gli equilibri finanziari del Bilancio 2010 migliorando artificiosamente il saldo finanziario e consentendo così al Comune di rientrare nel Patto di stabilità.
E’ evidente che se il Comune non fosse rientrato nel Patto di Stabilità nel 2010, gli amministratori comunali avrebbero percepito il 30% in meno dello stipendio, cosa che invece non è successa.
Nel 2011 tutto è proceduto normalmente mentre se il Patto di stabilità non fosse stato rispettato il Comune avrebbe avuto diverse limitazioni, fra cui, ad esempio, l’impossibilità di assumere personale, stipulare mutui ed altro.
Se dovesse essere accertato che senza l’operazione Farmacom il Comune non sarebbe rientrato nel Patto di Stabilità ecco che, in caso di procedimento di danno erariale, gli ex amministratori potrebbero essere chiamati a restituire anche il 30% delle somme percepite a titolo di indennità perché a quel punto sarebbero state indebitamente corrisposte. E parliamo di tutto il 2011.
Rimane poi il nodo dei dirigenti e degli esperti: quelli che all’epoca diedero parere positivo all’operazione indirizzando la maggioranza a votare la costituzione di Farmacom. Sono responsabili anche loro? In che maniera? Potrebbero essere chiamati anche loro a rispondere di danno erariale?
Tutto è in mano alla Procura della Corte dei Conti alla quale gli ispettori del Ministero hanno inviato il corposo fascicolo e che deciderà se e come avviare eventuali azioni di danno erariale per recuperare soldi pubblici che sarebbero stati indebitamente spesi.
A questo punto, col senno di poi, forse aveva ragione il consigliere comunale Paolo Ronchetti, quando all’epoca dei fatti, se non andiamo errati, non partecipò alla votazione ed anzi mise in guardia i consiglieri comunali dal votare la delibera che istituiva la società Farmacom. Consiglieri di maggioranza che invece non ascoltarono le sue parole e votarono la costituzione di Farmacom e adesso potrebbero rischiare di pagarne salate conseguenze.
30 luglio 2014