Anche ad Alessandria e provincia la crisi continua a farsi sentire. Dai dati si evidenzia che molte famiglie sono cadute in povertà e sono parecchi gli anziani che hanno difficoltà economiche anche per garantirsi da mangiare. Un tasso di disoccupazione che a maggio è tornato a salire al 12,6%: lo rileva l’Istat nei dati provvisori divulgati ieri segnalando un aumento di 0,1 punti percentuali rispetto ad aprile (rivisto al 12,5%) e di 0,5 punti nei dodici mesi. Rispetto al massimo storico del 12,7% di gennaio e febbraio, tuttavia, i tecnici dell’istituto indicano un “leggero miglioramento”. Il tasso di disoccupazione dei giovani tra i 15 e i 24 anni è stabile al 43%: in calo di 0,3 punti percentuali su aprile, ma in crescita di 4,2 punti sull’anno. Ed è record disoccupazione femminile: sfiora il 14% .
L’Italia, dunque, apre il semestre di presidente dell’Unione europea con un dato negativo dove l’andamento dell’occupazione e dei prezzi riflette in generale una situazione difficile sul lato degli acquisti alimentari che sono tornati indietro di oltre 33 anni sui livelli minimi del 1981 a causa della crisi e non hanno ancora beneficiato degli effetti positivi del bonus di 80 euro nelle buste paga di 10 milioni di italiani a partire dall’inizio di giugno.
“Nel 2014 si è toccato il fondo – precisano Paravidino e Moroni – con i prodotti della dieta mediterranea che sono quelli a subire il maggiore taglio della spesa alimentare che in media è stato pari al 2 per cento e non ha risparmiato nessun prodotto della tavola. Gli acquisti delle famiglie sono crollati, dalla pasta (-5 per cento) all’extravergine (-4 per cento), dal pesce (-7 per cento) alla verdura fresca (-4 per cento) nei primi due mesi rispetto allo stesso periodo del 2013. Una leggera inversione di tendenza positiva è attesa per la seconda parte del 2014 perché sarà proprio la spesa alimentare, che rappresenta la seconda voce dei budget familiari, a beneficiare maggiormente del bonus di 80 euro al mese per alcune categorie di lavoratori dipendenti, disoccupati e cassintegrati che destinano una quota rilevante del proprio reddito all’acquisto del cibo”.
1 luglio 2014