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Consegnato al prefetto di Alessandria un documento per tutelare il riso

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Roberto Paradivino

E’ stato presentato al Prefetto di Alessandria, Romilda Tafuri, il documento preparato da Coldiretti per sensibilizzare il territorio sulla necessità di una nuova legge per la regolamentazione del commercio interno, in particolare nel collegato agricolo di “Campo libero”, in cui sia inserito chiaramente l’obbligo di indicazione dell’origine e l’etichettatura del riso.
Questo per evitare che ancora una volta la produzione made in Piemonte vada ad essere utilizzata dalle riserie che tendono a nazionalizzare il riso estero, spesso importato come risone o semi lavorato anche utilizzando triangolazioni con i Paesi a dazio zero.
Il documento di Coldiretti chiede anche una rivisitazione dell’operatività delle Borse Merci, oggi capillarmente distribuite sul territorio, ma con scarsi esiti in termini di riferimento per il mercato.
Inoltre, è opportuno che il Governo compia una corretta valutazione sull’operatività dell’Ente Nazionale Risi, la cui funzione operativa è considerata sicuramente da aggiornare.
Di qui, un provvedimento nazionale che meglio disciplini l’attività di enti e organismi che interagiscono con il settore.
“La provincia di Alessandria ha una produzione risicola pari a circa 2.000 ettari e il Piemonte, più in generale, è una regione a forte vocazione risicola e non può più accettare che il lavoro delle oltre 2.500 imprese per un totale di 8.000 addetti sia messo a rischio a causa delle indiscriminate importazioni dall’estero, Cambogia in particolar modo, a seguito dell’azzeramento dei dazi doganali da parte dell’Unione Europea. – affermano il presidente e il direttore della Coldiretti alessandrina Roberto Paravidino e Simone Moroni – Oggi il nostro Paese è il maggior produttore europeo di riso, con più di 14 milioni di quintali l’anno. E in Italia il primato spetta al Piemonte, con più di 120 mila ettari di risaia con una produzione totale di 8 milioni 500 mila quintali. Il riso costituisce l’esempio classico dei soli 17 centesimi che vanno al produttore agricolo per ogni euro di costo per il consumatore”.

13 luglio 2014


 

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