Si sono appena conclusi i corsi d’italiano per migranti in Alessandria e in Bassa Valle Scrivia, nei comuni di Castelnuovo Scrivia, di Pontecurone e di Sale; in quest’ultimo comune, quest’anno, è stato festeggiato il decennale… infatti, sono ben dieci anni che funziona, ad opera di volontari, la scuola d’italiano per migranti.
“Accanto a questi corsi di prima accoglienzac- dice Antonio Olivieri – abbiamo avviato, su tutto il territorio, i corsi di A2 per il conseguimento dell’attestato utile ad ottenere la carta di soggiorno, e a Sale e ad Alessandria, in collaborazione con il CTP, anche i corsi per il conseguimento della licenza media. I nostri corsi si rivolgono a donne e uomini migranti adulti, e, da sempre, hanno avuto carattere totalmente gratuito.”
In questo modo, l’Associazione onlus Verso il Kurdistan, che svolge cooperazione internazionale e lavora, da anni, con migranti e rifugiati, ha cercato di costruire, non muri, ma ponti di speranza.
Per noi, speranza, sono state queste nostre scuole d’italiano per persone che vengono da lontano, da luoghi di povertà e di sofferenza, in cui le condizioni di vita sono disperate, per chi fugge da guerre e persecuzioni, donne e uomini che quando arrivano qui si adattano spesso a fare lavori che noi disdegniamo.
“Questa, dunque – aggiunge Olivieri – vuole essere una grande occasione di dialogo e d’incontro, dialogo che, secondo l’etimologia greca, vuol dire “dare la parola” a chi non ce l’ha! Come prima cosa, da noi, s’impara la lingua italiana, per orientarsi, capire come e dove si va a trovare un lavoro, quali sono le parole “per dirlo”. Oppure imparano come far valere i propri diritti, a capire cos’è un contratto di lavoro, come si fa ad ottenere un permesso di soggiorno, come si fa a richiedere l’asilo politico, cosa si deve fare in caso di sfratto.Chi si ricorda del bel film “La mia classe”? Ecco, quello è il nostro modello: una scuola dove non s’impara solo l’italiano, ma un luogo dove si discutono e si affrontano i problemi che i migranti incontrano ogni giorno e, tutti insieme, si tenta di risolverli.”
Olivieri fa un ringraziamento sincero, non formale, ai Sindaci e alle amministrazioni comunali che hanno creduto in questi progetti fin dall’inizio e va fatto a tutti gli insegnanti volontari che, con il loro sforzo e il loro sacrificio, hanno permesso di realizzare questa straordinaria esperienza di solidarietà, veri e propri “medici scalzi” dell’era moderna.
13 luglio 2014