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A Gavazzana con pesce e cortese, ritorna il Festival di musica blues

Claudio Sasso sindaco di Gavazzana

Parte da un vino tipico bianco e secco – il cortese – l’idea di portare sulle colline tortonesi un menù che non ha nulla da invidiare a un ristorante in riva al mare.
Gavazzana è diventata famosa per la sagra del pesce e del cortese, organizzata ormai da oltre vent’anni al famoso Belvedere San Martino, cornice naturale per uno dei panorami più invidiati della provincia.
E pensare che all’inizio la festa si riduceva a qualche piatto condiviso nel piccolo giardino della SOMS. Oggi sono più di mille i coperti per sera.
«Quando abbiamo cominciato, di pesce nelle sagre qui intorno se ne vedeva ben poco – raccontano i volontari della pro loco – e per noi era perfetto, visto che si abbina bene con il vino cortese».
Il piatto forte è il fritto misto, ma le cinquemila persone che ogni anno vengono a mangiare qui hanno una vasta scelta.
Per ouverture ecco insalata di polpo, cozze alla marinara e, da questa’anno, panzanella di mare e capponadda, due piatti della tradizione ligure.
Quindi, i primi: linguine allo scoglio, ravioli di branzino al nero di seppia, ma anche agnolotti per gli amanti della tradizione piemontese.
Sapore di mare anche nei secondi: oltre al fritto, ci sono gli spiedini di seppie e gamberoni e il caciucco. Poi ancora cima alla genovese con salsa verde, grigliata di carne, salamini e würstel alla piastra e patatine fritte. E con la macedonia e il dessert, arriva anche la sangria.
Il valore aggiunto di questa sagra che sta sui colli ma strizza gli occhi al mediterraneo, è quindi nel menù, tra i più ricchi ed estivi della provincia.
Il borgo – arroccato a 334 metri sul livello del mare – e la location della sagra regalano poi un panorama sulla valle Scrivia che premia anche i più pigri: si cena sulla piazza e tra i giardini contigui alla chiesa parrocchiale dove sono allineati tavoli e panche in legno con vista sui colli sottostanti, segnati dai vigneti, dai boschi e dai campi con i colori diversificati dalle coltivazioni.
I problemi di raggiungere il luogo della sagra sono superati con un servizio aggiuntivo gratuito: un trenino-navetta che porta la gente dai parcheggi fino al Belvedere, di fianco alla stupenda chiesa, che nelle sere della sagra sarà aperta e visitabile. Per i bambini il viaggio è un divertimento in più; per gli anziani una comodità.
E dopo il cibo, arte e musica: a casa Sterpi e per le vie del borgo, laboratori di pittura e fotografia; ma, soprattutto, nella piazzetta del blues, il Festival, alla sua quarta edizione.
Quest’anno la rassegna sarà animata da ballerini e artisti poliedrici; infatti, oltre al palco dedicato ai gruppi musicali, sarà allestita una pista da ballo che accoglierà i ritmi incalzanti del swing, il manouche e le danze popolari. La tematica comune è sintetizzata nel titolo del progetto: “La Festa”.
Sabato saranno protagonisti Stefano Valla – piffero e voce – e Daniele Scurati – fisarmonica e voce – e il Quintetto d’Archi dell’Orchestra Classica di Alessandria, formato da Massimo Barbierato e Matteo Ferrario ai violini, Alessandro Buccini alla viola, Luciano Girardengo al violoncello e Michela Gatti al contrabbasso.
Daranno vita ad un originale progetto di contaminazioni tra generi, frutto di una sapiente ricerca filologica con arrangiamenti curati da Stefano Cabrera, in cui energia, ritmo e tradizione si fondono insieme nella musica vocale e strumentale.
Ed infine, la serata di domenica sarà caratterizzata dal soul, il R&B e il funk. Si esibirà la Soul T Band composta da artisti di alto livello riuniti in una festosa convivialità per rivisitare i classici ritmi incalzanti del rhythm blues addolciti dalla soul music.
Prima del concerto, spazio agli allievi dello stage di musica, organizzato in settimana dalla Nota Blu di Tortona, che ha coinvolto 10 giovani studenti del tortonese, ospiti del Comune nelle cantine di Don Sterpi.

 18 luglio 2014

L’edizione dello scorso anno

 

 

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