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Un altro libro da leggere su Castelnuovo Scrivia


Vi ho informati in precedenza degli ultimi due libri di Giordano ed eccone ora un altro. Non perché sia estremamente prolifico, ma per il fatto che sta pubblicando, tramite le “Edizioni Book, sprint” materiale già pronto da tempo.

Mi ha detto che probabilmente riuscirà fra non molto a pubblicare due testi a cui tiene molto, uno basato su sue ricerche sui processi per stregoneria così frequenti in passato contro povere donne malate o troppo autonome.

In particolare dovrebbe farcela a raccogliere le Storie di zio Camillo, ossia una lunga serie di vicende castelnovesi raccontategli trenta anni fa dal geniale calzolaio Camillo Stramesi.

Il testo di cui vi parlo è uscito quindici giorni fa ed è acquistabile presso la Biblioteca di Castelnuovo.

Prosegue nel vecchio filone delle biografie di personaggi religiosi. Un inserimento preciso nell’epoca in cui sono vissuti, vicende che hanno caratterizzato la loro vita, favole e realtà sulle loro figure, miracoli e credenze; e sempre sullo sfondo la gente: come viveva, in cosa credeva, miserie e speranze.

Nulla di agiografico, ma rispettoso della verità storica.

Questa volta tocca a Fernando Martins de Bulhões nato a Lisbona nel 1195 e morto a Padova il 13 giugno 1231. Dapprima frate agostiniano e poi francescano, meglio conosciuto come Sant’Antonio di Padova.

Giordano, dopo il classico inquadramento del personaggio nel mondo portoghese a fine XII secolo, ne racconta la vita, gli studi, le peripezie fra Marocco, Francia, Sicilia e Italia. Si sofferma a lungo sulla sua fama di taumaturgo, ossia di santo che produce miracoli a iosa, alcuni assai dubbi e fantasiosi e altri con motivazioni plausibili. Un lungo capitolo è dedicato alla dura vertenza popolare per definire dove era più giusto inumare la sua salma.

Apprendiamo come esprimeva la sua ampia preparazione teologica, il rapporto con la fede, il suo carattere non facile.

Infine un cenno alla sua iconografia classica: un frate minuto e giovane con in braccio il Bambino e un fiore di giglio.

Stella giunge, esaminando vari testi, che in realtà Sant’Antonio era piuttosto alto, corpulento, volto e mani allungate e soprattutto una voce possente che rendeva ancora più chiari i suoi sermoni che affascinavano le masse.

Salute cagionevole a causa della malaria contratta in Africa, frequenti crisi d’asma, una brutta forma di idropisia che gli gonfiava il ventre e un corpo debilitato dalle penitenze e dai digiuni interrotti da una alimentazione esclusivamente vegetariana.

Di conseguenza morì a soli 35 anni.

Di Giordano Stella, residente a Castelnuovo in viale IV novembre, ricordiamo i libri dedicati a Giovanni Paolo I a Daniele Comboni, a Maria Goretti, a don Orione, a papa Luciani, al papa del Concordato, a Pio X e Benedetto XI, a madre Teresa di Calcutta.

Infine altri due testi dedicati a Silvio Pellico e a una vicenda tormentata, “Il fantasma di Alleghe”.

 Antonello Brunetti


3 giugno 2014 

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