Un imprenditore privato chiede di spargere circa 13 mila tonnellate all’anno di materiale prodotto dal suo biodigestore locale ad uso agricolo sui campi alla periferia della città, un materiale chiamato “Digestato” e classificato come “rifiuto” secondo la normativa in vigore.
La questione non è di poco conto e coinvolge 8 comuni della zona: Tortona, Carbonara Scrivia, Cerreto Grue, Costa Vescovato, Paderna, Sarezzano, Spineto Scrivia e Villaromagnano.
Il problema era stato sollevato alcune settimane fa dall’ambientalista Annamaria Agosti di cui, sulla questione potete leggere un altro intervento nelle “Lettere in redazione”, qui riassumiamo la questione entrando in quello che si presenta il “cuore del problema”.
Gli 8 comuni sono chiamati ad esprimere un parere in merito entro giovedì 19 giugno giorno in cui è stata convocata per le ore 10, la conferenza provinciale dei servizi che dovrà decidere sull’Autorizzazione chiesta dalla ditta “Fava Marcello” con sede legale in corso Romita 3 a Villalvernia per quanto riguarda il “digestato” prodotto dall’impianto situato a Tortona, lungo la strada provinciale per Villaromagnano.
Si tratta, a quanto pare, di un impianto biogas in funzione da qualche anno, che il 27 marzo sorso ha ottenuto l’autorizzazione dalla Provincia di Alessandria di introdurre nel biodigestore anche sostanze non prodotte dall’azienda agricola, ma provenienti da industrie esterne come polpe di barbabietole, farine di mais e acqua madre, eccedenze di lavorazioni di biscotti, sansa di olive, farine, dolci vegetali, patate, cipolle, farine crusche e panelli.
Sempre nel mese di marzo la ditta chiede di poter spandere il biodigestato sui terreni circostanti ed ubicati in 8 Comuni del Tortonese.
In attesa di una pronuncia in merito all’autorizzazione richiesta, la Provincia di Alessandria ha chiesto lumi al riguardo, alla Regione Piemonte: sembra infatti che il problema non coinvolga solo il Tortonese ma sia comune in molte altre parti del Piemonte per impianti che stanno sorgendo come funghi.
Il Comune di Tortona, in cui ha sede il Biodigestore in questione sembra orientato a seguire le orme di quello di Carbonara Scriva, che ha già dato parere favorevole allo spargimento del “rifiuto” sui terreni, ma con numerose prescrizioni, fra cui, se la composizione dei liquami risulterà a norma e compatibile con l’ambiente, lo spargimento filo terreno e l’immediato interramento del digestato perché lasciarlo all’aria aperta significherebbe provocare notevoli miasmi.
Ma chi stabilirà se il rifiuto sarà compatibile con l’ambiente e non provocherà danni? La risposta alla Conferenza dei Servizi.
13 giugno 2014