Il Comune di Castelnuovo Scrivia, sia pure con un po’ di lentezza a causa della scarsa disponibilità economica, procede verso la riapertura del Museo civico chiuso da dieci anni a causa dei lavori di consolidamento del Palazzo.
I tanti pezzi, alcuni di enorme importanza storica o artistica, che partono dalla preistoria (ascia in pietra verde), si infittiscono nell’epoca romana e si arricchiscono durante il Rinascimento con opere d’arte notevoli, quali ad esempio la lunetta di magister Gabriel Borghi, nel più breve tempo possibile devono tornare ad essere visibili.
Si tratta di adeguare i locali alle norme di un Museo; preparare un progetto, già parzialmente predisposto, di percorso tematico; rivedere tutti i circa 500 pezzi, ora imballati e rinchiusi in un ambiente adeguato; restaurarne alcuni e poi ricollocarli.
In questa ottica si è provveduto a restaurare integralmente almeno una sala, mentre le altre rimarranno come sono. Quattro sale nell’angolo sud-est di Palazzo Centurione, con soffitti decorati e pavimenti in ardesia o in graniglia genovese. Uno di questi, quello con lo stemma dei Centurione, è assai grande ed è stato utilizzato nel recente passato per convegni e mostre.
Il restauro della ex sala dei crocefissi, finanziato dalla CRT di Torino, ha consentito ai restauratori, capeggiati da Francesca Regoli, di mettere allo scoperto quattro strati: i troppo forti colori del 1978; le imbiancature all’epoca dell’utilizzo a classi delle Elementari nel 1950-60; i molti motti fascisti quando fu sede del fascio locale; la fase corrispondente alla Prima guerra mondiale. Il quinto è di inizio Novecento ed è quello a cui si è fatto riferimento poiché il sesto, quello più antico e certamente più interessante, conservava poche tracce.
Colori tenui, un bel rosone, una decorazione alta posta in rilievo da ombreggiature distribuite con cura.
Sono emersi finti marmi, fasce orizzontali, delicate cornici floreali, porte finte. In merito a quest’ultime ricordo che lo sbianché Aldo Civelli, un artigiano intelligente, minuzioso e ottimo decoratore, mi raccontava che nell’immediato dopoguerra aveva ritinteggiato il porticato e alcune sale del Palazzo e completato alcune finte porte, evidentemente poi coperte dalla imbiancatura successiva.
La situazione attuale della sala è evidenziata dalla immagine allegata.
6 giugno 2014