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Un viaggio in Anatolia Verso il Kurdistan

Anche nel 2014 l’Associazione verso il Kurdistan − con sede ad Alessandria in via Mazzini 118/122 − ha promosso un viaggio, organizzato dall’Associazione Uiki di Roma, nella zona dell’Anatolia orientale per il Newroz, antica festa celebrativa del capodanno festeggiata nel periodo dell’equinozio di primavera, oggi più che mai sentita, anche come momento di riconoscimento e identificazione culturale fra le popolazioni curde.

Ponte dell’XI secolo a Diyarbakir

Il gruppo composto di 10 persone è partito il giorno 17 marzo alla volta di Istanbul per poi, dopo una serata passata nella Istanbul asiatica, raggiungere la Città di Van.

E’ subito iniziata un’intensa settimana di incontri con persone, con luoghi, con sensazioni ed emozioni, costellata di curiosità, scoperte, idee da mettere in discussione e conoscenze da ampliare.

Parte importante del viaggio è stato l’incontro con persone significative del tessuto socio-politico della Comunità curda. Arricchenti sono stati i momenti trascorsi con i candidati alle elezioni che si sarebbero svolte, come noto, il 30 marzo 2014. Si è fra l’altro avuto modo di scoprire, che alcuni partiti locali, fra cui il BDP, di forte matrice curda, hanno scelto per queste elezioni la formula dei co-candidati alla figura di Sindaco, prevedendo così una gestione del ruolo, in caso di vittoria, di due persone, sempre un uomo e una donna.

Il viaggio ha portato il gruppo di italiani, insieme a nuovi amici incontrati sul posto, in particolare l’interprete e l’autista, a percorrere molti km, alcuni a ridosso del confine con la Siria, ammirando un’ampia varietà di paesaggi: dalle città particolarmente colorate per la festa del Newroz, alla montagne, alcune innevate, a volte un po’ brulle con i segni degli incendi effettuati durante la distruzione dei villaggi curdi, fino ad arrivare alla zona più verdeggiante e rigogliosa, attraversata dal Tigri, la “mezzaluna fertile”, per poi raggiungere città e luoghi archeologicamente importanti, antichi, alle origine dell’uomo dove storia, religione e mito si incontrano.

Fra questi, solo per citarne alcuni:

– i Monti del gruppo “Monte al-Gūdī”, dove secondo, la cultura islamica, si localizza l’approdo dell’Arca di Noé;

– a Sanliurfa (Urfa), la “Hazreti Ibrahim Halilullah” la grotta legata alla nascita del profeta Abramo, dove tuttora scorre acqua sacra e poco lontano le vasce popolate dalle carpe. Secondo la tradizione quando Abramo, avendo scatenato l’ira di Nimrod, il re assiro locale, venne da quest’ultimo condannato ad essere arso su una pira grazie al pronto intervento di Dio il fuoco si trasformò in acqua e i tizzoni ardenti in pesci, le carpe per l’appunto.

E ancora

– alle porte di Mardin l’imponente Monastero, “Deyrul Zafaran” sede del patriarcato siro-ortodosso,

– a Nusaybin l’importante Casa della Cultura con le sue strutture di pietra locale bianca, all’interno della quale è funzionante un servizio di caffetteria nato grazie ad un progetto, mirato all’inserimento lavorativo di ragazze provenienti da situazioni di disagio, promosso e sostenuto dall’Associazione Verso il Kurdistan. Importante ricordare che nell’antichità Nusaybin era una città dotata di interezza, successivamente divisa un due a seguito della definizione del confine con la Siria. Così ora in quel territorio vi sono due Città, entrambe abitate da persone di etnia curda, a volte appartenenti allo stesso nucleo famigliare, una delle quali da un punto di vista formale –amministrativo appartiene al territorio siriano, nota come Qamishli.

E senza dimenticare Diyarbakir, che oltre ad essere un luogo particolarmente significativo per il viaggio in quanto luogo simbolo del movimento di resistenza curdo, regala a chi l’attraversa importanti moschee dalla struttura in basalto, roccia nera, inframmezzata da blocchi di pietra chiara che al tramonto si tinge di riflessi color oro, mura antiche, e il “Ponte dai dieci occhi”, risalente all’XI secolo.

Tantissimi i volti incontrati, fotografati, scrutati lasciandosi scrutare per cercare di raccontarsi, al di là delle difficoltà linguistiche.

Molti i volti di donne… le donne co-candidate alla carica di sindaco… la donna sindaco attualmente in carica a Nusaybin che esce da un lungo sciopero della fame per protestare contro il muro che il governo Turco ha deciso di costruire nella sua Città per segnare il confine con la Turchia e che ha raccontato che “a fronte di uno stato che tende a tutelare maggiormente gli uomini, anche quando commettono abusi fra le mura domestiche, nella sua municipalità ha previsto il licenziamento dei dipendenti che compiono violenze e abusi”… le madri della pace dell’associazione “Baris Anneleri Inisiyafiti” che, con i loro veli bianchi instancabilmente promuovono la pace nel senso più ampio del termine. Hanno infatti tentato contatti anche con le madri di militari perché il loro obiettivo è che nessuno, non solo fra i curdi, debba più morire o essere incarcerato per le proprie opinioni.

E come dimenticare il volto di una signora che faceva il pane in un forno a ridosso del muro appena costruito a Nusaybin, impegnandosi in una vita normale al di là delle scelte dei potenti che costruiscono muri e pensano a minare territori, per logiche, da un punto di vista umano e concreto, astruse ed intrise di un malato senso del potere e dell’ordine.

 

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