Il Calendario Liturgico della Diocesi di Alessandria annovera alla data del 3 gennaio il Beato Gerardo Cagnoli figura di un alessandrino il quale, seppur lontano nel tempo, è ricordato per la sua indole caritatevole
Gerardo Cagnoli nasce a Valenza nel 1268. La sua indole generosa si manifesta già dai primi anni, quando scompaiono i genitori, chiamati ad altra vita.
Seppure giovane è un accorto amministratore del patrimonio familiare, dotato di una sensibilità spirituale straordinaria formata nel contesto d’una incrollabile fede.
L’agiata esistenza non lo convince esaurientemente per cui, con il raggiungimento del ventiquattresimo anno cede il patrimonio ereditato per dividere il ricavato con i poveri della sua città natale, nonché della diocesi di Alessandria.
Egli continua l’esistenza serenamente, da pellegrino fra i pellegrini, disposto alla penitenza, alla preghiera con animo sereno, vive di elemosine.
Sereno, eppur senza sostentamento, arriva a Roma, elargisce con altri le povere cose avute in dono; a Napoli è sostegno per i poveri in qualche modo sistemati ai piedi del Vesuvio, vive solo di esigenza essenziali, chiede appena l’indispensabile per le proprie necessità.
Il suo peregrinare non s’arresta, così sbarca Sicilia dove trova una cantuccio nella caverna ai piedi dell’Etna.
Il quarantesimo compleanno lo festeggia da laico nell’ordine dei Frati Francescani ospite nel convento nei pressi di Caltanisetta, elargisce carità verso i bisognosi, prega umiliandosi a dure penitenze, esegue con serena rassegnazione gli incarichi più umili.
Il suo nome è ormai ben conosciuto in tutta la Penisola. A Palermo ha l’incarico di custode del convento ormai la sua casa, conduce un’esistenza poverissima con quella poca carità ricevuta, è di supporto a chi nulla possiede; per tutti ha costantemente una parola di conforto, un sostegno morale per gl’infermi, un sorriso a coloro alimentati da stenti.
Gli ammalati ricorrono a lui nella speranza di una guarigione; a tal proposito gli sono attribuiti, almeno dalle leggende, strepitosi miracoli.
La popolazione dell’Italia Meridionale lo venera, in ogni luogo il suo nome è conosciuto. Ricorrono a lui Personaggi passati nella storia, guerrieri, uomini valorosi o detentori di potere.
La sua umile esistenza termina nella città di Palermo nell’anno 1343.
Il suo corpo è sepolto nel chiostro del Convento dov’è vissuto, fin quando la reliquia non sarà, con il raggiungimento del 1500, portata a Valenza.
La beatificazione di frà Gerardo Cagnoli è avvenuta nel 1700, tuttavia le difficoltà sopraggiunte, legate alle vicende di trasformazione delle Congregazioni il processo di canonizzazione s’è arrestato.
Franco Montaldo
6 maggio 2014