Come da previsioni è stata battaglia fino all’ultimo voto a Villalvernia con Franco Persi che si aggiudica la poltrona di sindaco per sole tre preferenze in più rispetto all’avversario Carmelo Ritondale.
I numeri dicono 313 schede a favore della lista “per un domani Migliore” mentre la squadra dell’assessore uscente si ferma a quota 310. Il vincitore non è nuovo sulla scena politica e dopo un periodo di assenza torna a mettere a disposizione del paese la propria esperienza.
Al suo fianco avrà Ernesto Tizzone, Luca Bigiorno, Agostino Bisio, Aurelio Lovazzano, Pasquale Andrea Marra, Simone Luigi Merlano, Filippo Timo. Come consiglieri di minoranza invece le urne hanno decretato oltre a Ritondale, Cesare Morreale ed Elisabetta Spotorno.
Abbiamo voluto chiedere ad uno dei notabili del paese, Giorgio Ferrari, per anni impegnato nella vita comunale, le proprie impressioni in merito.
Signor Ferrari è appena terminato lo spoglio, cosa ci dice a riguardo?
“Penso che l’elettorato di Villalvernia abbia serenamente espresso la propria volontà dimostrando anche un forte desiderio di cambiamento”
Le soddisfa il risultato?
“È doveroso fare una riflessione accurata: erano presenti due candidati, uno ha vinto e l’altro non ha vinto. La popolazione si è espressa ed io accetto con moderato ottimismo l’esito delle votazioni. Vede, oggi più che mai proporsi per fare il sindaco è una cosa importante, seria e di notevole responsabilità. In passato era diverso ma ora i tempi sono cambiati così come le leggi. È tutto estremamente più difficile. Quasi quotidianamente è necessario rapportarsi con Prefetti, Presidenti di Regione, Organizzazioni Sindacali, Sanità Pubblica, Scuola, mondo del lavoro ecc. È fondamentale possedere un’istruzione adeguata, tempo da dedicare impegnandosi con volontà, ascoltando e mettendosi a disposizione della cittadinanza che si amministra. Senza dilungarmi oltre posso affermare che decidere di candidarsi è senz’altro una decisione derivante da un esame personale molto accurato domandandosi in primi “Ho tutte le qualità per propormi candidato?” ”
Pensa che i due candidati si siano posti tale domanda?
“Penso proprio di si. Se poi sbagliano nelle loro personali valutazioni, l’esito non perdona: uno vince e l’altro non vince”.
Qual è il significato del concetto “uno vince l’altro non vince”?
“Fino a poche settimane fa c’era una sola lista. Poi, fortunatamente, è uscita la seconda. Se fossimo andati a votare con una sola lista allora sì che ci sarebbe stato chi ha perso. Avrebbe perso la cittadinanza.”
Come le è parsa questa campagna elettorale?
“Modesta e, da una parte, un po’ sgangherata”.
Corrisponde al vero l’affermazione che le attribuiscono “l’unica persona che potrebbe fare il sindaco a Villalvernia sono io”?
“Confermo e le spiego. Ho esperienza di cinque legislature più un mandato presso l’allora Comunità Collinare, sono in possesso di istruzione adeguata, avrei molto tempo da dedicare e sono in grado di leggere le varie documentazioni e le loro applicazioni. Inoltre non mi interessano i compromessi, non favorirei amici o parenti e accetterei con piacere suggerimenti da chi ne sa più di me”.
La domanda sorge spontanea: perché non si è candidato?
“Perché sarei arrivato non vincitore! Villalvernia è un paese tranquillo che ha il suo normale tran tran. Se ci si muove troppo forse si corre il rischio di disturbare anche per uno come me che è sempre stato in ProLoco, calcio, sagre, palio, teatro sempre impegnandosi senza chiedere mai. Mi stanno bene come sono andate le cose. Dopo un decennio oscuro che nulla di buono ha offerto, mi auguro davvero, e senz’altro se lo augureranno anche tutti i cittadini del paese, che Franco Persi ci porti in situazioni migliori”.
Lei per chi parteggiava?
“Si capisce, l’elettorato lo ha detto, e chi ha sbagliato avrà certamente un diavolo per capello”.
27 maggio 2014