elezioni QIn Italia ha vinto il partito del “non voto”. Monta la protesta, ma molti giornalisti la censurano.

Prendiamo per esempio le elezioni dei parlamentari europei del 25 maggio 2014. Dati ufficiali definitivi del Ministero dell’Interno tratti da suo portale.

Affluenza:

6-7 giugno 2009 Italia+Estero 65,05%, Italia 66,46%; 25 maggio 2014 Italia+Estero 57,22%, Italia 58,68%;

Quindi si deduce che il partito del “non voto” si attesta in quest’ordine:  Italia + estero astenuti 21.671.202 ossia il 42,78%;

Italia astenuti 20.348.165 ossia il 41,32%;

Questo è il dato nazionale.

A questi elettori astenuti bisogna aggiungere un altro milione e mezzo di elettori che hanno deciso di mandare a quel paese i nostri politici direttamente nelle urne.

Schede bianche 577.856 1,99%;

Schede nulle 954.718 3,30%;

In tutto “i non voto” italiani sono il 47,29 %.

Tutta questa astensione malgrado il traino delle amministrative in quasi 4000 comuni e in due Regioni, l’Abruzzo e il Piemonte. Amministrative dove spesso e volentieri tutte le famiglie, (con parenti candidati) sono costrette ad andare a votare.

Checche se ne dica: più di Grillo, più di Berlusconi, più di Alfano, più della Meloni, più di Salvini, più dei seguaci del greco Tsipras, più del prodigioso e mediatico Pd di Renzi, con un’affluenza in Italia al 57 per cento, 8 punti in meno rispetto al 65 del 2009, il partito più forte in Italia è il partito della protesta, ossia del “non voto”.

E’ strano, però, che nessuno ne renda conto e, cosa più importante, che i politici non se ne rendano conto.

 Antonio Giangrande – Presidente dell’Associazione Contro Tutte le Mafie 



 28 maggio 2014