E’ la metà di maggio, il clima caldo del pomeriggio ed i finestrini dell’auto abbassati, Una leggera brezza, mentre percorro in auto la “mia” Tortona. Che bella giornata!
Sono le 16, risalgo lungo Corso Romita. All’altezza dei giardini pubblici, il traffico rallenta notevolmente. Pedoni che si lanciano in attraversamenti arditi mentre le auto stanno transitando a fatica, impegnatissimi in inderogabili conversazioni al cellulare senza nemmeno guardare se delle vetture stiano arrivando; passeggini coi i piccoli ospiti all’interno spintonati con veemenza sulle strisce pedonali, incuranti delle auto che potrebbero travolgerli, incapaci di frenare in tempo.
Pericoli, pericoli continui.
Davanti allo Scolastico è il caos: le auto sono in doppia fila su entrambi i lati, è l’orario di uscita.
Un agente della Polizia Municipale ferma il traffico ogni tre auto per fare attraversare genitori e bambini, che puntualmente salgono sull’auto lasciata, appunto, in doppia fila. Mentre sono in coda, osservo e penso…. Avrà rinunciato ad invitarli a spegnere il motore? Forse questa è una battaglia persa anche per chi indossa una divisa e rappresenta le forze dell’ordine municipali. Forse quella doppia fila, densa e compatta su entrambi i sensi di marcia, ma perlomeno ordinata, è quanto di meglio ha potuto ottenere con il suo intervento. Anzi, sicuramente sarà così.
Ma è triste. E’ triste vedere questo caos, in una giornata di sole e di clima primaverile.
Arrivo in Piazza Roma. Gli attraversamenti incauti ed azzardati sono numerosissimi. E tutti con quel cellulare all’orecchio, totalmente rapiti in conversazioni più importanti della propria stessa incolumità.
E’ strano, il genere umano.
Sono a destinazione, e cerco di parcheggiare. Qualche stallo a pagamento è libero, ma le auto in doppia fila, ferme senza conducente, impediscono di accedervi. Dico io: volete risparmiare i 50 centesimi della sosta, liberissimi di farlo, ma perché impedire ad un altro di parcheggiare ed, anche volendo, di pagare?
Svolto dopo l’Ospedale, per ritornare verso il parcheggio coperto della Caserma Passalacqua.
Dal negozio di kebab, una zaffata di odori della cucina invade l’abitacolo della mia auto. Non è questione di essere schizzinosi o discriminare, la tanfata è forte ed a tutto invita, tranne che a consumare qualcosa di quel genere culinario. Magari sono solo io a provarne fastidio, ma vedo che anche altre persone, passando, fanno smorfie strane. Non siamo ancora culturalmente preparati ad una cucina così carica di spezie. E non è questione di razzismo, ma di stomaco.
Dopo aver trovato uno stallo a pagamento e sbrigato le mie incombenze, torno a riprendere l’auto per tornare a casa. Mentre attraverso le strisce pedonali in Corso Alessandria per raggiungere Via Marsala, quasi vengo travolto da un furgone a targa straniera che parte lanciatissimo da Largo Borgarelli. “Giovane, siamo in zona 30, eh? “ Ma quello è già andato…. Sempre in zona 30.
Mi rimetto al volante. Transito a lato dell’Area Fassini, ragazzi che giocano a margine delle giostre, spintonandosi in mezzo alla strada al transito delle vetture. Se poi, malauguratamente, ne investi uno, i fastidi li passi tu. Loro si stavano solo annoiando….
Davanti alla stazione ferroviaria, delle auto vogliono svoltare in Piazza Fiume. Non si potrebbe, ma loro “devono” entrare. Con i parcheggi a strisce bianche liberi lì davanti. Non ci fosse posto, potrei al limite capire, però….
… però i problemi “veri” della città sono altri. Queste sono unicamente delle riflessioni inopportune, dopo un pomeriggio di “guerriglia” nel traffico.
Vero candidati sindaci?
Un automobilista esasperato
15 maggio 2014