Egregio Direttore,
alfine, anche questa Amministrazione è arrivata agli sgoccioli. Ancora pochi giorni e la fascia tricolore tortonese cambierà di spalla, lasciando la destra di Massimo Berutti per migrare altrove.
Aspetteremo l’8 giugno per sapere chi guiderà la città nel prossimo quinquennio, per vedere se Tortona sceglierà di proseguire nel solco tracciato dal motto “al massimo per tutti” oppure se dopo i quindici anni vissuti sotto la podestà del centrodestra, questa “fanciulla” di Tortona sarà presa dal prurito adolescenziale e dalla voglia di un cambiamento.
La Tortona di oggi, contandone l’età dall’anno “zero” della prima giunta centrodestra, è, in fondo, paragonabile ad una giovane fanciulla adolescente che si affaccia alla vita, con tanti timori ed incertezze, ma anche con tanta voglia di rivendicare il proprio futuro, con tanti sogni nel cassetto da realizzare e con tante mortificazioni interiori da riscattare, forse con qualche “brufolo” inopportuno che però non ne sciupa la bellezza di un viso acceso di speranza per il futuro.
Chi la prenderà per mano la condurrà all’età adulta, attraverso i cinque anni fondamentali del transito tumultuoso tra l’età evolutiva e quella della maturità. Chi vincerà queste elezioni, avrà la responsabilità di modellare una futura realtà adulta, autonoma in cui si dovranno fare scelte importanti, essere un riferimento con cui si andrà a condividere i progetti di vita, l’inserimento nel mondo del lavoro, la realizzazione, il costruirsi una famiglia, avere figli, occuparsi della loro educazione, trovare casa, creare nuove amicizie.
E’ questa, la realtà di Tortona, adesso. Un domani ancora da scrivere, possibilmente con mano ferma ed inchiostro indelebile.
Comunque, riflessioni ed auspici a parte, è bello passeggiare sotto i portici, ed incrociare il “quasi ex” Sindaco, “quasi” neo Consigliere Regionale, che torna a mostrarsi nuovamente alla città. Rilassato e sorridente, visibilmente soddisfatto per quanto lascia (o per quanto trova?) adesso che non è più oberato dagli oneri del patto di stabilità, da debiti ereditati e da tegole inaspettate, ha ritrovato il buonumore.
Accantonata la calcolatrice ed il pallottoliere, ora che non “conta” più nulla, ha ritrovato la serenità di un ragazzino che vede l’anno scolastico volgere al termine, libero dai problemi e dai teoremi che l’hanno assillato per tutto il quinquennio di “studi superiori”. Lui è un po’ come il “fratello maggiore”, che lascia la casa nativa per iniziare gli studi all’Università e trasferirsi in una grande città, dove, sulle tracce del proprio mentore, imparerà cose nuove e si lascerà alle spalle le piccole quotidianità della vita di provincia.
E noi?
Un tortonese che non ha votato FI alle regionali
29 maggio 2014