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Sviluppo urbanistico: i 5 candidati sindaco divisi su tutto

C’è chi vuole nuovi insediamenti e chi invece mira a valorizzare l’esistente, chi dice no a tutto e chi invece persa al Piano Regolatore. Quello dello sviluppi urbanistico di Tortona, almeno per ora sembra uno dei punti più controversi in cui i cinque candidati sindaco sembrano divisi su quasi tutto.

Alla domanda “Ha senso progettare uno sviluppo urbanistico in una città in crisi come Tortona? Ci sono progetti in merito?” ognuno ha risposto in maniera diversa.

Vediamo come hanno risposto i 5 candidati sindaco.

 

Gianluca Bardone “Troppe case in città, l’area ex Alfa va destinata a servizi”



Per quanto riguarda il piano urbanistico di Tortona è rimasto poco, la politica perseguita ha prodotto. L’offerta di alloggi supera la domanda e questo porta alla svalutazione degli immobili che spesso restano vuoti per molto tempo. Il mio impegno andrà nella direzione di impedire la speculazione edilizia residenziale, limitando il consumo di suolo e favorendo il recupero di aree preesistenti o dismesse, confermando la destinazione produttiva delle aree attualmente previste e introducendo le “green public procurements”, appalti e acquisti verdi che tengono conto di criteri di qualificazione ambientale. Nell’ambito dei programmi di sviluppo dell’area industriale di Rivalta sono prioritari gli obbiettivi di partecipare in maniera attiva allo sviluppo dell’area industriale , prendendo parte alla progettazione e realizzazione del retro porto di Genova, per trasformare la frazione nella “Città dei Servizi” e compensare i disagi che derivano a Rivalta dalle condizioni geografiche ed infrastrutturali che la separano dalla città, programmando lo sviluppo della frazione attraverso opportunità residenziali, commerciali e puntando sulla valorizzazione di prodotti tipici del territorio, nonché sulle potenzialità di turismo ed arte offerte dall’Abbazia.

Nell’ottica di incentivare il recupero delle aree dismesse, occorre valorizzare l’area “a mezza luna”, compresa tra la ferrovia e la circonvallazione, sottraendola al degrado che la affligge, valutando la possibilità di realizzazione di un nuovo sovrappasso veicolare che la colleghi adeguatamente al centro della città. Si dovranno, inoltre, destinare aree, quali ex macello ed ex campo nomadi, nonché area ex tabacchi, per offrire opportunità di sviluppo alle imprese, al mondo artigianale e dei servizi.

 

Giuseppe Bottazzi: “Ultimiamo prima il Piano Regolatore poi studiamo il da farsi”

Sì ha certamente senso considerare anche in tempi di crisi un progetto urbanistico, in quanto lo stesso prevede certamente condizioni di sviluppo anche se non principalmente occupazionale, ma certamente economico.

E’ un preciso dovere delle amministrazioni essere lungimiranti, creando per le proprie città i presupposti di sviluppo che non si limitino solo al breve termine.

Progetti ci sono e come primo atto, dovrà essere ultimato il nuovo piano regolatore dopo la battuta di arresto, presso gli Enti superiori.

 

Danilo Bottiroli: “Da Rivedere il Prg e un piano di recupero dell’esistente”

Occorre chiarire che “sviluppo urbanistico” non è sinonimo di “ampliamento” delle aree urbanizzate; la progettazione urbanistica, o meglio, una pianificazione “corretta” è oggigiorno una priorità. Riteniamo necessarie: la revisione del Piano Regolatore, del Regolamento Edilizio e della zonizzazione del territorio; l’introduzione di un’anagrafe censoria degli edifici produttivi esistenti (industriali, artigianali, commerciali); la pianificazione attenta alle opere pubbliche da realizzarsi e la loro attuazione secondo principi di economicità.

Per quanto riguarda lo sviluppo urbanistico, ritengo che di fronte alla presenza di molte abitazioni vuote (anche nel cosiddetto “Centro Storico”) sia necessario puntare più su un recupero rispettoso degli edifici esistenti che su nuove opere, magari contestabili come il palazzo di otto piani nell’ex mercato coperto: il M5S promuoverà e incentiverà il recupero degli edifici esistenti e di sistemi costruttivi fondati sui dettami della “bio-architettura”.

Credo, infine, che sia necessario riqualificare i quartieri residenziali favorendo l’apertura di piccoli esercizi commerciali, realizzando nuove aree verdi, parchi gioco e strutture sportive, avendo cura della manutenzione dei luoghi pubblici. L’amministrazione comunale deve garantire a tutti i quartieri della Città, senza ovviamente trascurare le esigenze delle Frazioni, prima e dopo l’urbanizzazione, un contesto che garantisca un’ottimale qualità della vita dei propri cittadini. In poche parole, occorre ricreare un “effetto città” positivo!

 

Fabio Morreale: “Niente sviluppo urbanistico ma solo favorire nuovi insediamenti”

Lo sviluppo urbanistico in un momento come questo è assolutamente trascurabile, l’unica ipotesi da prendere in considerazione è quella di favorire nuovi insediamenti produttivi che creino sviluppo e soprattutto nuovi posti di lavoro per la cittadinanza.

Le ultime varianti urbanistiche approvate dall’attuale Amministrazione Comunale non devono essere prese da futuro esempio per l’edilizia urbana in quanto ne verrebbe fortemente deturpata, inoltre questo settore non è priorità allo stato attuale in un processo di sviluppo cittadino.

 

Stefanella Ravazzi: “Niente insediamenti commerciali, valorizziamo l’esistente

Lo sviluppo urbanistico della città dovrebbe tener conto delle reali esigenze dei cittadini e di un’armonia natura-costruzioni e non essere dettato dalle logiche e dalle esigenze delle lobbies dell’edilizia, cosa che da tempo avviene in questa città.

Anche una città in crisi può progettare uno sviluppo urbanistico serio e con esso rilanciarsi: quartieri vivibili, case costruite non su aree a forte rischio idrogeologico, spazi verdi e giardini; no a nuovi insediamenti commerciali di grandi dimensioni e no ad ulteriori colate di cemento: il nostro territorio è già divorato e consumato.

Prima di tutto, occorre riutilizzare l’esistente.. sia in termini di case che di capannoni.

 6 aprile 2014

 

 

 

 

 

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