libri - IMi sono capitati fra le mani tre ottimi libri e due tesi con tematiche nostrane, opere serie e benfatte di cui ritengo utile fornire conoscenza.

1 – Er parlà ad Sal , terzo quaderno del gruppo di lavoro “Dolce dialetto”

2 – Guerriglia e antiguerriglia nel Tortonese di Andrea Balossino

3 – Le erbacce nel piatto di Carlo Fortunato.

4 – Atlante degli uccelli nidificanti nel Comune di Voghera di Francesco Gatti

5 – Rosano e il suo parco, una proposta di restauro di Alessandro Giglio

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1 – È il terzo volumetto, costituito da una cinquantina di pagine con allegato un CD che riporta dialoghi scherzosi e racconti con il fine di lasciare una testimonianza precisa della pronuncia e dei suoni salesi. Opera di un gruppo di salesi che, coordinati da Efrem Merlo e Benedetta Moro, divertendosi, diverte l’ascoltatore e il lettore con leggende, modi di dire, tradizioni, ricorrenze, strani racconti biblici.

2 – Il libro non c’è ancora, ma la tesi di laurea è pronta e verrà discussa a fine maggio. Andrea, uno dei figli dell’ex sindaco di Tortona, Balossino, ha svolto una ampia ricostruzione delle vicende della 108° Brigata partigiana Pinan-Cichero, utilizzando molte fonti e soprattutto documenti inediti di Agostino Arona (il comandante Cudega) che il figlio Piero mi ha affidato e che ho passato ad Andrea. La ricostruzione è incentrata sugli aspetti bellici, sulle strategie e sull’originalità e incisività della brigata di pianura che tanto filo diede da torcere alle brigate nere con le continue azioni messe in atto da piccoli nuclei di partigiani. Un testo che va pubblicato al più presto.

3 – Presso la tipografia Fadia è appena stato stampato questo bel libro dedicato agli èrbasó. Carlo Fortunato, abitante a Fresonara, appassionato di musica, di cultura contadina, di tutela della fauna ittica e di phitoalimurgia che letteralmente significa ”alimenti vegetali spontanei raccolti dall’uomo in momenti di carestia”. Dopo una premessa sull’importanza del conoscere le erbe spontanee, il loro aspetto, il sapore e le proprietà curative, Fortunato illustra con foto e schede 44 tipi di erbacce, a ciascuna delle quali allega centinaia di ricette che vanno dall’antipasto all’ammazzacaffè. Una cultura antica che si va perdendo; si pensi a Castelnuovo ai barlèngh o castlët bolliti, ai castgnô, ai vartis con il riso, alle insalate di dènt ad cö, ai farsulè, alle frittate con ar pool, i urtìgh, l’èrba bëca, ecc. In tutto ben 176 pagine.

4 – Non conosco l’autore Francesco Gatti e me ne rammarico anche se ho visto che abbiamo avuto un grande amico in comune, il docente di zoologia a Pavia Francesco Barbieri alla cui memoria ha dedicato il libro, come feci io con il primo calendario naturalistico del Comune. Gatti fa parte del Gruppo che ha creato e gestisce meravigliosamente il Parco delle folaghe di Casei Gerola. Nonostante l’utilizzo dei pesticidi e la continua sottrazione di Habitat, il Vogherese vede la presenza di 73 specie di uccelli nidificanti, alcuni ridotti al lumicino, come il barbagianni riportato in copertina. L’autore, dopo una disanima del territorio e dei suoi problemi, passa a ricche schede corredate da belle foto (alcune di Bruno De Faveri), nomi dialettali, ambienti di vita e ogni sorta di caratteristica. Tra le curiosità una per tutte. Abbastanza diffuso il Rigogolo dalla livrea giallo dorata, uccello che in latino si chiamava Oriolus: che ci sia qualche legame con la denominazione di Oriolo data alla frazione vogherese di Oriolo?

5 – L’arch. Alessandro Giglio di Voghera ha conseguito una seconda laurea in Architettura del paesaggio con la tesi “Proposta di restauro del giardino di villa Spinola a Rosano”. La prima parte è dedicata alla storia e alle caratteristiche di questo insediamento antico lungo la strada per Casalnoceto, alle attività agricole di un tempo, alle rogge derivanti dal Curone, alla maestosa chiesa, all’ex convento e alla villa padronale, circondati da cortiletti, chiostri e un antico giardino creato a metà Seicento. Un’area assai ampia sulla quale svettano cedri dell’Atlante, sequoie, ginko che raggiungono i 40 metri di altezza. Un sottobosco ben tenuto di arbusti, siepi e fiori: uno splendore. Il tutto corredato da cartine dettagliate, foto e schede. Una tesi che merita decisamente, anch’essa, la pubblicazione.

Antonello Brunetti


25 aprile 2014