I rifiuti conferiti, secondo i presenti alla serata, vanno dagli scarti di raffinazione del petrolio agli ossidi metallici, dalle scorie di fusione ai fanghi di perforazione, dalle ceneri pesanti al pietrisco delle massicciate ferroviarie (colmo di amianto), ai percolati degli impianti di smaltimento reflui ed altri.
La riunione, organizzara dal Comitato locale (400 firme raccolte) che si oppone alla discarica, ha visto gli interventi del presidente del Comitato (Alessandro Guarneri), di Antonello Brunetti e di una biologa che ha ricordato l’importanza dello Scrivia per la fauna e la flora di pregio che arricchisce questo tratto terminale del torrente. Infatti la discarica si trova a 250 metri dall’alveo ed è adiacente alla zona contigua al Parco del Po.
Brunetti ha posto in rilievo i temi generali del territorio fra Tortona e il Po, evidenziando una quindicina di problematiche, dalla cava di Montemerla presso Tortona sino ai fumi provenienti dalle ciminiere di Sannazzaro.
Ha ricordato che in passato la zona era stata definita da alcuni tecnici Edison come “Brown field” ossia “Terra bruciata” e quindi adatta per l’installazione di industrie a rischio.
Sul tema della discarica in località Cinquini, Guarneri ha sviluppato, in sintesi, le seguenti critiche:
1- Troppi i codici di smaltimento rifiuti e quindi impossibilità a controllare con efficacia ben 40 tipologie diverse.
2- Il materiale conferito sarà pressoché a contatto con la falda superficiale e lo attesta benissimo la situazione al 7 marzo 2014 con
l’immagine del sito Cinquini colmo di acqua sorgiva alta almeno 50 centimetri. Di conseguenza ci sarebbe parecchio da dire sul progetto in cui si afferma che la falda è a due metri di profondità.
3- Il piano urbanisto del Comune di Molino individua questa area come territorio destinato all’agricoltura o a impianti ad essa collegati. Quindi è irregolare inserirvi una discarica (critica che vale anche per il precedente utilizzo della cava da parte di privati.
4- La collina di rifiuti, alta 10-11 metri, andrà ad alterare il paesaggio; oltretutto la normativa non prevede sovraelevazioni superiori ai sette metri.
5- Da quanto emerso nel corso dell’assemblea del 7 febbraio, tenutasi a Castelnuovo sul tema “Ambiente e tumori”, già troppe sono le conseguenze, di un ambiente alterato dall’uomo, sulla salute della popolazione. A tutto ciò non si pone certamente rimedio portando qui scarti provenienti, come afferma genericamente la Irweg, dalla Liguria e dalla Lombardia.
6- Tutta la Bassa Valle Scrivia è già afflitta dalle frequenti esplosioni, fiammate e fumi provenienti da quell’ampio territorio presso Sannazzaro che contiene una raffineria e una centrale da 1200 megawatt, fra le più grandi d’Europa. A due chilometri a est di Molino-Alzano la Lombardia ha previsto la costruzione della più grande centrale italiana a combustione sorgo-legname. Ora, sostiene il Comitato, è venuto il momento di dire “Basta!”
Nell’animato dibattito successivo sono emersi pareri contrari alla discarica e anche la proposta di un referendum (Molino ha 750 abitanti).
A questo punto si va verso la definizione della cava Cinquini. occorreranno almeno 60 giorni poiché solo una settimana fa è stato richiesto il parere di incidenza all’Ente gestore del Parco del Po che non era stato consultato nella precedente riunione provinciale.
Una certezza c’è: la patata bollente si trova nelle mani della Amministrazione comunale poiché, sentiti i pareri di Arpa, Provincia, Regione, Parco, se delibererà il passaggio della zona Cinquini da area agricola ad area industriale praticamente timbrerà l’autorizzazione a procedere.
8 marzo 2014