L’iniziativa, patrocinata dalle Consigliere di Parità delle Provincie di Alessandria e Asti ed organizzata in collaborazione con il Consultorio familiare Francesca Baggio di Asti, ha come obiettivo quello di puntare l’attenzione sul delicato tema della violenza a tutto tondo ed in particolare su quei precisi segnali di allarme lanciati da chi la subisce, sia a livello fisico che psicologico: donne e uomini, giovani e meno giovani, in ambito domestico ma soprattutto sui luoghi di lavoro.
I destinatari di questo momento formativo sono dunque tutti gli attivisti Cisl che, trovandosi quotidianamente a contatto con lavoratrici, lavoratori, pensionate e pensionati, hanno la possibilità di intercettare i segnali più evidenti legati al disagio ed indirizzare le persone agli organi competenti al fine di ricevere tutta l’assistenza necessaria.
L’incontro, aperto anche alla cittadinanza, avrà il seguente programma:
…il Mobbing
Il mobbing, dall’inglese “to mobb” che significa accerchiare in modo aggressivo, è un atteggiamento persecutorio realizzato tramite una serie di violenze psicologiche, prepotenze, violenze morali, dequalificazioni e soprusi, perduranti nel tempo (almeno una volta alla settimana e per periodi protratti di almeno sei mesi), eseguite ad arte da un superiore gerarchico (mobber) e/o da colleghi, al fine di danneggiare il lavoratore (vittima) e, normalmente, per estrometterlo dall’attività lavorativa.
Il mobbing, contrariamente a quanto si possa pensare, non danneggia soltanto il lavoratore causandogli danni alla salute, alla vita di relazione, alla professionalità, ma tocca negativamente anche la famiglia, influendo sulle problematiche di natura economica e relazionale.
Inoltre il danno si estende anche alla stessa comunità: il Sistema sanitario nazionale, infatti, deve sostenere costi per terapie, ricoveri, medicinali, con un aumento degli oneri sociali, quali sussidi, pensioni anticipate, mobilità, invalidità, ammortizzatori sociali, ecc.
Paradossalmente, il mobbing danneggia anche chi per ignoranza, leggerezza e incapacità, lo mette in atto o permette che si verifichi: l’azienda. Infatti il clima generato dal mobbing colpisce l’efficienza, la produttività e diminuisce la motivazione, fa aumentare l’assenteismo, la conflittualità e il contenzioso.
In Italia il tema delle violenze morali sul luogo di lavoro è giunto solo da poco con le indagini clinico-epidemiologiche condotte dalla Clinica del Lavoro di Milano a partire dalla metà degli anni novanta rimanendo a tutt’oggi un rischio lavorativo poco conosciuto e scarsamente considerato: in Italia sarebbe realistica una stima di circa un milione e mezzo di vittime anche se con diverse incidenze nei vari settori lavorativi.
La percentuale maggiore, il 42%, si ritrova nel pubblico impiego (22% P.A, 12% scuola, 8% sanità), 38% nell’ industria e servizi, 20% in altri settori.
LA VIOLENZA SUBITA DALLE DONNE…
In Italia 6.743.00 donne tra i 16 e i 70 anni sono state vittime di abusi fisici o sessuali: un milione ha subito stupri o tentati stupri;
Il 14,3 per cento delle donne italiane è stata vittima di violenza da parte del partner, ma solo il 7% lo ha denunciato.
Secondo una ricerca condotta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, il 70% delle donne vittime di omicidi sono state uccise dai loro partners maschili.
Ed è un vero e proprio bollettino di guerra quello che nel 2013 ha contato 128 donne uccise in Italia, tra i 15 e gli 89 anni (dati 2013 “Telefono Rosa”).
La violenza subita dalle donne ogni anno ha un costo economico e sociale di quasi 17 miliardi di euro, l’equivalente di tre manovre finanziarie, il triplo della spesa pagata dal nostro paese ogni anno per incidenti stradali.
LA VIOLENZA SUBITA DAGLI UOMINI…
Si è soliti pensare alla violenza di genere intendendo l’eventualità in cui la vittima sia donna e l’autore del reato sia uomo, ma una recente ricerca dell’Istat ha messo in luce come la violenza non conosca ordine e genere e venga attuata con eccessiva frequenza anche a danno degli uomini; gli episodi avvengono per lo più all’interno delle mura domestiche e ciò comporta spesso il silenzio della vittima.
Il 63,1% del campione analizzato dall’Istat ha dichiarato di aver subito almeno un episodio di violenza fisica per mano di una donna nel corso della propria vita.
10 marzo 2014