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TORTONA: Per risollevare la città dalla crisi il futuro Sindaco dovrà “chiamare a raccolta” imprenditori e…


Diffidate dei proclami dei candidati sindaco e da chi promette mari e monti o di risollevare la città con una bacchetta magica: il Comune di Tortona ha ancora circa 1 milione di euro di passivo da ammortizzare nei prossimi due anni ed inoltre pesa la spada di Damocle degli ispettori della Ragioneria dello Stato, che stano effettuando controlli a tutto spiano, anche per la vicenda Farmacom.

La futura amministrazione comunale, che uscirà vincitrice dalle prossime elezioni del 25 maggio e dal probabile ballottaggio dell’ 8 giugno, non avrà molte risorse a disposizione per risanare la città e rilanciare Tortona dal punto di vista turistico: cioè l’unico settore che a detta di molti può rappresentare una delle poche vie perseguibili per rilanciare economicamente Tortona e tutta la zona.

E’ risaputo che per avere un ritorno economico in qualsiasi settore bisognerebbe prima investire, ma quanti soldi può avere il Comune da investire se le sue casse non dispongono di soldi a sufficienza? In quale modo sarà possibile sperare in un rilancio turistico se il bilancio del Comune fatica ad arrivare al pareggio e non ci sono senza entrate particolari derivanti da aziende partecipate o da altre partecipazioni del Comune?

Una delle risposte l’abbiamo anticipata nel titolo ed è quella di coinvolgere gli imprenditori locali.

Il futuro sindaco, se veramente vorrà rilanciare l’economia tortonese, non potrà agire pensando di fare tutto da solo, ma dovrà obbligatoriamente cercare una collaborazione con gli imprenditori locali.

Ma non soltanto gli imprenditori: perché se vorrà una città ancora viva con qualche speranza per il futuro, dovrà coinvolgere tutti i soggetti che operano in città, da chi può fornire soldi, chi consulenza gratuita o quasi, chi può dare supporto, chi è in grado di organizzare eventi e manifestazioni, chi può essere il protagonista di questi eventi, come le associazioni, gli artisti locali, le persone capaci di organizzare.

Come?

Una soluzione potrebbe essere quella di convocare più riunioni. La prima con tutti gli imprenditori locali che dispongono di risorse finanziarie e chiedere quanto sarebbero disposti a “spendere” (e non solo in termini di denaro) per un rilancio turistico della città di Tortona a 360 gradi.

In cambio il Comune potrebbe garantire visibilità attraverso pubblicità o, meglio ancora, intitolazione di opere pubbliche: pensiamo a scuole, vie, piazze, edifici, musei e strutture culturali e tanto altro.

Insomma una sorta di regolare “scambio” messo nero su bianco per valorizzare i marchi delle aziende locali oppure valorizzare gli imprenditori locali che sono scomparsi o se ancora in vita, che hanno creato qualcosa di importante.

Un esempio potrebbero essere Marcellino Gavio o Vittorio Ghisolfi, a cui potrebbero essere intitolati edifici o strutture pubbliche, ma ce ne sono anche molti altri.

UN PROGETTO PER IL RILANCIO DI TORTONA



Il primo passo sarebbe quello di trovare risorse finanziarie attraverso industriali locali e poi attraverso gli sponsor privati. Poi, a seconda dei fondi raccolti e di quelli che mette a disposizione il Comune, studiare un piano articolato di rilancio turistico in due distinte direzioni: attraverso un programma di manifestazioni e attraverso la valorizzazione dei monumenti e dei personaggi locali.

Necessario poi, coinvolgere le associazioni di categoria e le associazioni di volontariato per verificare una loro fattiva collaborazione nell’organizzazione degli eventi così da averne tanti e di diverse tipologie.

Non stiamo ad elencare le grandi possibilità di collaborazione che potrebbero scaturire con enti quali le pro Loco che Berutti ha “scaricato” molto facilmente, con i vari consorzi di tutela del vino o altri e con le associazioni di volontariato, quelle no profit e tutti coloro che operano sul territorio, sfruttando altresì le conoscenze di Charly Bergaglio e Arena Derthona che potrebbe non essere solo un evento stagionale, ma molto di più.

Un errore che il futuro sindaco non dovrà fare sarà quello di affidare consulenze ad enti esterni che conoscono poco o nulla del territorio tortonese: per valorizzare la città ci vuole qualcuno che sia nato e vissuto a Tortona, che conosca veramente il territorio e le sue potenzialità

Vedremo bene un assessore solo con la delega al turismo e alle manifestazioni che sappia contornarsi di persone capaci e che ci pensi due volte prima di avvalersi della collaborazione di chi ha operato fino ad oggi.

Un assessore capace e soprattutto con conoscenze di settore, o perlomeno uno in grado di organizzare eventi di un certo spessore con pochi soldi facendo affidamento all’inventiva e alla capacità di organizzare, merce rara tra i politici attuali.

Negli ultimi 5 anni i risultati ottenuti per quanto riguarda il rilancio turistico della città di Tortona, anche alla luce delle promesse fatte da Berutti (enoteca regionale, museo civico, valorizzazione dei prodotti, expo 2015 e flusso turistico) sono stati veramente disastrosi, quindi è evidente che chi si è occupato di questo settore finora, evidentemente non ha sfruttato appieno le potenzialità e non è stato capace di dare una svolta in senso positivo.

I risultati degli ultimi anni parlano chiaro: Tortona è una città alla deriva con poche manifestazioni, scarso flusso turistico, in mano finora a persone che non hanno saputo valorizzarla appieno.

Se il futuro sindaco vuole dare una svolta, per logica, deve agire con idee nuove, interventi innovativi e collaboratori più efficaci di quelli che ci sono stati finora, altrimenti sarà l’ennesimo primo cittadino che occuperà quella sedia solo per “farsi bello” e senza alcun amore per la sua città. E Tortona cadrà sempre più in basso diventando una città-dormitorio senza alcuna prospettiva per il futuro.

 16 febbraio 2014

 

 

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