Lo ha deciso il Comune di Tortona, con un’ azione che sembra ricordare molto i tempi in cui le dittature (sia di destra che di sinistra) impedivano manifestazioni di piazza cercando di soffocare tutte le idee contrarie al regime.
E’ questa l’impressione che hanno avuto i tortonesi del Comitato No-Tav Terzo Valico quando si sono visti rilasciare l’autorizzazione a raccogliere firme per la petizione contro le cave, con in calce due strani divieti che – secondo gli attivisti – è una vera e propria limitazione delle libertà.
La grave presa di posizione del Comune è stata illustrata durante una conferenza stampa che gli attivisti No-Tav hanno tenuto giovedì mattina.
“Abbiamo chiesto il permesso di allestire un pubblico banchetto per la raccolta delle firme sulla nostra petizione contro cave, amianto, camion e lavori del Terzo Valico – dice Daniela Cauli – e il Comune di Tortona ha inserito il divieto di volantinaggio nel permesso rilasciatoci, in aggiunta alla già ridicola prescrizione che vieta di ‘fermare i passanti, i quali devono avvicinarsi SPONTANEAMENTE al banchetto’..manco vi fossero pericolosi sequestratori pronti a rapire le persone e a costringerle a firmare
contro la loro stessa volontà! Al di là dell’ironia, riteniamo tale divieto un atto grave e inaccettabile. A Tortona il volantinaggio è sempre stato libero, ora ci dicono che non lo si può fare neppure con un permesso! In democrazia, libertà di parola e di dissenso devono esser garantiti: contrariamente, è evidente che la democrazia è sospesa.”
Parole che non lasciano dubbi sul modo di agire molto poco democratico, secondo i No Tav, del Comune di Tortona.
INFILTRAZIONI DELLA ‘NDRANGHETA?
Il banchetto No Tav sotto i portici
“E’ chiaro – aggiunge Daniela Cauli – che la nostra attività di informazione sul Terzo Valico da’ sempre più fastidio a questa Amministrazione; il fatto che se ne parli e la gente venga informata disturba Lorsignori, preoccupati dalle sempre più numerose adesioni alla petizione popolare. Amministratori che sono più intenti a velocizzare i lavori con approvazioni silenti e furtive e nessuna discussione pubblica, più ansiosi di sperimentare questa ulteriore stretta repressiva che preoccupati di prender posizione sulla nostra recentissima inchiesta sulle infiltrazioni della ‘ndrangheta nei lavori del Terzo Valico e sul fatto che la Prefettura di Alessandria abbia sospeso- per contiguità con clan della malavita organizzata- le attività di note ditte tortonesi coinvolte nei lavori. Una nostra invenzione? Diremmo di no.”
I No Tav, però non si lasciano intimidire: “Respingiamo al mittente il tentativo di zittirci – dicono gli altri attivisti – così come quello di individuare un nostro “rappresentante” (che non abbiamo per scelta, siamo tutti portavoce) al quale far capire- più o meno implicitamente- che sarà lui/lei nel mirino di eventuali sanzioni o provvedimenti. Tutti insieme, come sempre, ci prendiamo la responsabilità delle nostre azioni: nessuno ci può impedire di fare informazione, di volantinare e tantomeno di lottare contro il Terzo Valico. Saremo per strada come sempre e diciamo già che disobbediremo al divieto.”
6 febbraio 2014