Per ricordare e onorare le vittime dell’Olocausto, gli insegnanti delle classi quinte della Scuola Primaria “S. D’Acquisto” hanno deciso, insieme ai bambini, che non sarebbe bastato un solo giorno. Perciò la settimana che ha preceduto il 27 gennaio è stata dedicata ad un percorso di lavoro particolare e significativo, che si è snodato tra le pieghe della storia del ‘900 e ha cercato anche di mettere ordine tra le varie informazioni che i nostri alunni possedevano già su questo periodo buio.
Al centro del percorso sono stati messi i bambini di allora, i perseguitati, i deportati e tutti coloro a cui era stato vietato di esistere.
Così i bambini del 2000 hanno “incontrato” quelli degli anni bui della guerra, li hanno conosciuti attraverso le loro storie, si sono paragonati a loro, si sono confrontati con loro, cercando di capire ciò che non è facile nemmeno da spiegare.
Letture, poesie, pagine di diario, spezzoni di film, biografie li hanno accompagnati in questo viaggio doloroso.
Agli alunni gli insegnanti hanno chiesto: “Perché ricordare una storia così triste? Solitamente le storie tristi cerchiamo di dimenticarle … e allora?”
La risposta è stata facile e immediata: “Il ricordo di quei terribili avvenimenti ci deve aiutare a costruire un futuro migliore, in cui quelle atrocità non si ripetano più”.
Poi, semplicemente, sopra una cornice di filo spinato, simbolo di prigionia e sofferenza, gli alunni hanno disegnato fiori, foglie, cuori e altri simboli di pace. All’interno della cornice, ognuno di loro ha espresso i propri sentimenti con parole, frasi o semplici poesie: un regalo per quei bambini così lontani nel tempo, ma così vicini nella memoria.
Anche alla scuola media “Mario Patri” si è scelto di ricordare tante atrocità attraverso le storie dei ragazzi ebrei, vittime innocenti della discriminazione e dell’odio razziale.
Il percorso è iniziato con “L’amico ritrovato” di F. Uhlman, accompagnando lo studio della storia di quegli anni bui.
Il giorno 27 in tutte le classi si è dedicato un momento di riflessione alle vicende di Anna Frank, leggendo le pagine del suo diario che parlano del momento in cui è stata costretta a lasciare amici, scuola e casa per rifugiarsi in un alloggio segreto nel tentativo di salvarsi.
Insegnanti e ragazzi hanno riflettuto insieme su questi fatti e sulle atrocità commesse, sulla sofferenza di molti innocenti, sulla brutalità dell’uomo e l’orrore dei lager.
Ricordare è una forma di rispetto verso chi è morto ingiustamente ed è il modo migliore per evitare di ricadere in quegli errori: niente di simile deve più accadere.
2 febbraio 2014