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PROVINCIA: In un anno sono più che raddoppiate le imprese che hanno chiuso i battenti

Paolo Coscia

Paolo Coscia

Nonostante qualche segnale positivo per il futuro, le rilevazioni di fine anno confermano che il 2013 è stato molto duro per l’economia alessandrina. In provincia di Alessandria, infatti, sono nate 2.726 nuove imprese e ne sono cessate1 3.469. Il saldo fra iscrizioni e cessazioni è pertanto negativo: -743 (lo scorso anno il saldo era -358), dato che porta a 45.096 lo stock di imprese registrate a fine 2013. Il bilancio tra nuove iscrizioni e cessazioni si concretizza in un tasso di crescita2 rispetto all’anno precedente di -1,61%; il tasso di crescita piemontese è -0,54% e quello nazionale +0,21%.

Le cessazioni conteggiate al netto delle cancellazioni d’ufficio (a partire dal 2005, le Camere di commercio possono procedere alla can-cellazione d’ufficio dal Registro delle imprese di aziende non più operative. Per tenere conto di tali attività amministrative, il flusso delle cancellazioni viene considerato al netto di quelle d’ufficio. Tutti i dati di flusso – iscrizioni, cancellazioni, saldi e tassi di crescita – in que-sto documento sono calcolati al netto delle cancellazioni d’ufficio).

Il tasso di crescita è dato dal rapporto tra il saldo iscrizioni/cessazioni rilevate nel periodo e lo stock di imprese registrate nel periodo precedente (in questo caso nell’anno precedente, il 2012).

“Alessandria è stata la provincia piemontese con il tasso di crescita delle imprese più basso.”- osserva Gian Paolo Co-scia, Presidente della Camera di Commercio di Alessandria – “Tuttavia, i dati richiedono un commento: tutte le pro-vince piemontesi hanno registrato dati negativi, fatta eccezione per Novara. Il dato di Novara è però +0,25%, praticamen-te crescita zero. A livello nazionale, poi, più della metà delle province italiane registra tassi di crescita negativi, e un terzo ha una crescita fra zero e uno per cento. Sono soltanto dieci le province italiane con un tasso di crescita superiore all’uno per cento (il massimo è il 2,84% di Isernia).

Questo per dire che è il sistema Italia in difficoltà, e poca differenza fanno i meno e i più quando le cifre sono veramente modeste. La situazione nazionale è imputabile alla crisi in atto da anni, e dovremo ancora attendere per valutare la ripre-sa. Peraltro, occorre sottolineare che se le aziende chiudono, soprattutto imprese individuali e di persone, crescono le società di capitali, quelle più dedite all’export perché tendenzialmente più strutturate, e fortunatamente Alessandria si mantiene in prima linea sul commercio estero. Certo l’export non basta, occorre una crescita della domanda interna per tornare a veder nascere nuove imprese. Le Camere di Commercio fanno da sempre la propria parte al fianco delle a-ziende e delle rappresentanze imprenditoriali. Mi auguro che inizi al più presto quello di cui il Paese ha bisogno: una de-cisa semplificazione per la vita delle aziende e l’avvio di politiche di ampio respiro”.

Dall’analisi per classe di natura giuridica rispetto al 2012, emerge come siano soprattutto le imprese individuali a subire diminuzioni in numero, con un tasso di crescita di -3,11%, seguite dalle società di persone, con -0,79%. Tassi di crescita positivi, invece, per le società di capitale (+1,15%). Questi dati, analoghi al quadro regionale e nazionale, vanno letti tenendo presente che imprese individuali e società di persone rappresentano l’81% delle imprese della provincia di Alessandria, mentre le società di capitali rappresentano il 17%.

2 febbraio 2014 

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