Tutto questo avviene in una condizione di assoluta opacità, che rende legittima la forte preoccupazione sul futuro delle terme e sul rischio di speculazioni a scapito della città, dei lavoratori
C’è un solo modo per uscirne, se davvero le intenzioni, Sindaco in testa, sono buone.
Il Sindaco dica chi sono i soggetti interessati e dica quali sono i paletti a cui devono sottostare, come imprescindibile pre-condizione.
Questo dovrebbe essere il percorso per aprire a tutti i soggetti con buone intenzioni, e chiudere in modo limpido agli eventuali speculatori.
Vogliamo nuovamente ribadire le condizioni chiare semplici e minime :
1) ACQUA PUBBLICA: la risorsa termale deve rimanere in mani pubbliche a garanzia del futuro;
2) Garanzia deIl’occupazione, anche stagionale (ad Acqui non si deve perdere più un solo posto di lavoro)
3) Garanzia e misurabilità degli investimenti al max entro i primi 10 anni (e non su un arco di 30 come sembrerebbe essere la durata dell’affidamento)
4) Impegno a lavorare per una rete integrata del sistema terme: territorio, turismo di area vasta ecc., come da tempo tutti, associazioni di impresa istituzioni e sindacati, auspicano e invocano;
In assenza di percorsi partecipativi e trasparenti e se ci troveremo di fronte ad un bando che aprirà alla speculazione e depauperamento del bene pubblico la nostra azione non si fermerà ma al contrario porteremo le nostre perplessità al vaglio di istituzioni e tutti gli organi competenti a valutare nel complesso l’intera operazione.
Marco Sali – Cgil
2 febbraio 2014