Roma, 18 Febbraio. Non era mai successo prima, quantomeno per il numero dei partecipanti. I rappresentanti delle piccole e medie imprese (il 98% dell’imprenditoria Italiana) scendono in piazza e dicono stop ai deliri di questi ultimi governi: 370 mila imprese chiuse nel solo 2013, senza contare chi dall’Italia se ne è proprio andato.
Un danno occupazionale quantificabile in almeno un milione di posti di lavoro “evaporati”.
Tra le tante parole pronunciate dal palco, una frase, a mio avviso, identifica alla perfezione la situazione attuale “..per lo stato questo 98% e’ un problema, mentre potrebbe rappresentare la soluzione.”
In sintesi, senza impresa non c’è lavoro e mai esisterà un decreto legge o un “pacchetto lavoro” in grado di dare occupazione se le imprese scompaiono. Sarebbe come cercare piloti per un gran premio di formula uno, senza assegnare loro una macchina su cui correre.
Una classe politica cieca e sorda, durante questi anni, nella corsa al risanamento, ha utilizzato le imprese come bancomat, senza rendersi conto che il credito è finito.
I giornali hanno relegato la notizia della manifestazione in seconda, quarta o quinta pagina, la politica “tradizionale” non ha speso una parola, solo il Movimento 5 Stelle ha pubblicamente appoggiato, ma non sfruttato, l’iniziativa, partecipando alla manifestazione senza bandiere.
Ho voluto sollecitare singoli parlamentari locali, ma cosa hanno detto? “E’ il segno di un grande disagio…….appena pronto il nuovo governo….bisogna fare in fretta….”.
Ora basta per favore! Nessuno vi crede più, si sono succeduti governi politici, tecnici, di solidarietà, di grandi intese, manca solo il governo del sultano.
Con quali risultati? Politiche recessive in tempo di recessione, che hanno scaraventato l’Italia in coda all’Europa a livello di PIL, produzione e occupazione.
Ora tocca a noi, tocca alle imprese e ai loro collaboratori non disperdersi, ma unirsi nella comune battaglia a tutela del lavoro.
Ogni città, ogni singolo, può fare la sua parte informandosi e partecipando, smettendola di credere a promesse mai mantenute e alla palese e conclamata incapacità di chi fino ad oggi ci ha governato. E proprio a questi ultimi domandiamo “Avete salvato banche, privilegi e vitalizi, noi non vi chiederemo di salvare noi. Perchè ci salveremo da soli, non mollando mai la presa, pacificamente come a Roma, ma senza darvi tregua”.
Ed ora: RIALZIAMO LA TESTA!
Simone Lumina
23 febbraio 2014