Terminando il triste paragone tra i giorni dedicati alle due tragedie, premesso che secondo lo stesso CDEC (Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea) gli ebrei italiani vittime della Shoah furono piu’ di 8.500, e che mediando le varie fonti, le vittime della pulizia etnica titina furono circa 15.000, verrebbe spontaneo supporre che un pari (o proporzionale) numero di colpevoli delle due stragi, siano stati identificati giudicati e condannati.
Peccato che cosi’ non sia.
Se da un lato, grazie anche al centro Wiesenthal ed ad una sensibilità condivisa quasi universalmente ,sono stati assicurati alla giustizia nel corso di decenni, molti degli assassini (e degli ideatori di quella pulizia etnica) che trucidarono tra i 5 ed i 6 milioni di uomini donne e bambini europei di fede ebraica, dall’altro lato dobbiamo purtroppo assistere ad un tragicomico quanto oltraggioso silenzio.
Poco, pochissimo è stato fatto dall’Italia, dalle varie magistrature tanto solerti in altre occasioni per reati francamente meno da pena capitale, ai vari politici poco vogliosi di inimicarsi gli attuali governanti delle vicine nazioni ex jugoslave o ben consci di non voler iniziare un processo a dei partigiani, prescindendo dai loro crimini e dalla loro nazionalità.
Per fare un esempio, nel 2000, il giornalista Fausto Biroslavo scrisse per “Il Giornale” un’inchiesta da cui risultavano ancora in vita i seguenti presunti infoibatori : NERIGO “Gino” GOBBO: il torturatore degli italiani di Villa Segrè; CIRO RANER: comandante del lager di Borovnica; FRANC PREGELJ “Boro”: commissario politico IX corpus; GIUSEPPE OSGNACCO “Josko”: comandante della famigerata “Beneska Ceta; GIORGIO SFILIGOJ: “il rastrellatore degli italiani”; IVAN MOTIKA: “il boia di Pisino”; OSKAR PISKULIC: il capo dell’OZNA, la Gestapo di Tito; GUIDO CLIMICH: capo dell’OZNA (Gestapo di Tito) a Pisino; GIOVANNI SEMES: comandante di Zara; orbene, ci sarebbe da aspettarsi che oggi, nel 2014, tutti questi signori abbiano subito un processo (anche postumo) e che , se responsabili, si godano il fresco in galera o nella nuda terra; nulla di più sbagliato, di questi, solo il Piskulic fù processato, dal 1996 al 15 aprile del 2003 quanto la prima Corte d’Assise d’Appello di Roma dichiarò la cessata giurisdizione invalidando quindi tutto quanto fatto fino a quel momento; notasi, il processo era dovuto non all’azione di un’ente statale o di un team di magistrati, ma all’iniziativa di alcuni esuli che anzi, dovettero pagarne le spese.
Un costoso nulla di fatto insomma; a parte la ciliegina economica finale che ora riporto; l’elenco qui sopra comprende “solo” gli allora viventi “presunti” infoibatori BENEFICIARI DI PENSIONI ITALIANE, pagate dall’INPS!
Altro aspetto grottesco è quello numismatico, nel 2007 avrebbe dovuto uscire un francobollo con la dicitura “FIUME, terra orientale già italiana” , nulla più di un sobrio ricordo in questa dicitura; a causa di veementi proteste croate, l’uscita del valore bollato fù ritardata di vari mesi.
Nell’altro verso, la Slovenia ha coniato nel 2011, un 2 euro con un infoibatore, tale Rozman; ovviamente nessun ministro o presidente di qualsivoglia istituzione italiana, ha aperto bocca se non per dare aria ai denti.
E si potrebbe andare avanti parlando di omaggi resi e mancati, ma sarebbe tedioso quanto prurigginoso evidenziare le inaccettabili mancanze di illustrissimi personaggi della politica nostrana, quali l’attuale presidente della Repubblica o l’onta traditrice di un suo predecessore baciator di bare..
Come forse tedioso è l’elenco di stupidate che in questi giorni non mancano di riempire le cronache; dalle note quanto irriverenti teste di maiale inviate ad alcune sedi ebraiche in quel di Roma con relative scritte tanto negazioniste quanto tragicamente sbagliate, ai forse meno noti imbrattamenti di lapidi dedicate ai martiri delle Foibe in quel di Roma e Mestre, alle contestazioni dello spettacolo di Cristicchi, alla distruzione della lapide dedicata ai martiri delle Foibe in quel di Pisa sostituita con una targa riportante la scritta “Pisa Antifascista”, all’affissione di manifesti a favore di una Jugoslavia ormai scomparsa (vien da chiedersi se gli autori degli stessi vivano nel presente); il tedioso quanto parziale elenco deve farci riflettere sulla reale esistenza di una memoria condivisa e di una storia nazionale unica, ne’ bella ne’ brutta, ne’ rossa ne’ nera ma solo realistica, dove siano chiamati i fatti e gli attori con i loro nomi, siano essi assassini o vittime, senza far distinzioni tra il colore politico delle vittime o degli assassini perché rosso era il sangue e bianche sono le ossa di chi spesso non ha nemmeno ricevuto un briciolo di giustizia per non parlare di una degna sepoltura.
Nel disinteresse e nell’istituzionale assenza di memoria storica nazionale, voglio concludere questo secondo articolo con un Ricordo per una donna, che, unica, compì un’azione di “giustizia” quando il 10 Febbraio 1947 commettendo quello che alcuni chiamerebbero omicidio, altri vendetta, ma che in una certa ottica fù una simbolica ribellione contro quello stato che, prima da nemico poi da “alleato”, rese possibile l’occupazione jugoslava dell’Istria e della Dalmazia con conseguente “cessione” di quei territori al loro amico titino: la Gran Bretagna.
Nella data citata, la Signora Maria Pasquinelli, uccise a colpi di pistola il generale inglese de Winton, capo della guarnigione di Pola.
Poco ne poteva il povero ufficiale, ma pago’ come simbolo di quella potenza mondiale tanto amica della Jugoslavia quanto ingrata verso nostra cobelligeranza (che grazie al nostro ammazzarci tra italiani, salvo’ tanti militari britannici); non di meno di quanto pagarono gli esuli, divenuti, nell’ottica globale delle alleanze dell’epoca postbellica, scomodi occupanti di una terra italiana (abitata in prevalenza da italiani) da ben prima del ventennio, e che con le vite, con i beni, con la diaspora, con la divisione di famiglie e la fine di amicizie, ed infine col mancato rispetto della propria storia proprio in quella Patria per cui rinunciarono a rimanere nelle terre dei propri avi.
Concludendo, ho fornito una serie di dati e di informazioni alcune note altre meno, su cui il lettore potrà riflettere e valutare secondo la propria coscienza; l’idea è spingervi a pensare, a ragionare sul perché una tragedia come la Shoah sia giustissimamente ricordata studiata e commemorata e ne siano stati nel tempo individuati moltissimi responsabili, mentre, invece, per un’altra tragedia simile, mondialmente più piccola, italianamente più grande e geograficamente ben più vicina e circoscritta (non credo che qualche infoibatore si sia mai rifugiato in sud america…) riceva ben poco interesse, scarso rispetto, e troppe manipolazioni, giustificazioni, od attacchi, per essere poi praticamente priva di colpevoli: c’è motivo di indignarsi o secondo voi lettori, è normale ed accettabile che la Shoah e le Foibe non ricevano la stessa attenzione? Il tutto senza voler fare a mia volta, quei distinguo che taluni vogliono sinistramente fare, ma chiedendo solo un pari rispetto ed una pari importanza per fatti mortalmente analoghi.
Ricordiamo che per informazioni e adesioni al circolo “Arturo Martini” di Fratelli d’Italia – Centrodestra Nazionale è possibile scrivere alla mail fratelliditalia.acqui@gmail.com, contattare il numero 3387349537 o iscriversi al Gruppo “Fratelli d’Italia Acqui Terme” presente su Facebook. E’ inoltre possibile seguire l’attività del circolo consultando la bacheca posta all’incrocio tra Corso Bagni e Via Alfieri. La sede del circolo è situata in via Biorci 3 ad Acqui Terme.
Ruggero Bradicich – Fratelli D’Italia- Acqui Terme
16 febbraio 2014