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LETTERE IN REDAZIONE: Intervista al compositore sconosciuto di Alessandria

musica - INon è un’occasione quotidiana trovare un buon musicista compositore da intervistare, ora si è riusciti nell’intento, così davanti ad un buon caffè si parla di musica; l’intervistato non vuol svelare il nome



 

Da quanto tempo ti occupi dell’arte dei suoni?

Direi sin da bambino. Sono fra le note da quasi mezzo secolo, fin da ragazzo ho cominciato a strimpellare un po’ la chitarra. Ho comprato quello strumento a suon di mance, portando fiori da una casa all’altra e quando mi davano tanto prendevo 50 lire … e … nelle feste di Natale qualche rarissima volta mi davano il doppio!

 

Cosa ricordi del tuo primo strumento?

È uno strumento costruito da Carmelo Catania, mi costava 20.000 lire. Ad Alessandro Monferrato, noto per la sua attività di commercio di strumenti musicali, molto probabilmente, ha intuito le mie rinunce per l’amore della Musica: compreso nel prezzo m’ha donato l’accordatore a fischietto, con il metodo per imparare a suonare. Sono per me oggetti intoccabili, tuttora li conservo; ogni tanto li sbircio come se fossero rarità.

 

Come sei riuscito a mettere insieme le note?

Ho iniziato con la chitarra classica, con tanta passione, senza una seria preparazione propedeutica, se non quelle poche nozioni apprese sotto la guida di un amico di mio padre. Successivamente ho acquistato qualche libro di armonia, analisi musicale, contrappunto, acustica; ho letto qualche nozione di composizione, il tutto nell’arco di qualche decennio perché era prioritario aiutare i genitori,  contemporaneamente studiare; dopo il diploma, l’impiego; quindi la mia famiglia, senza mai tralasciare la musica, almeno nei rari ritagli di tempo. 

 

Ti sei fermato solo sulla chitarra?

Da lì al mandolino il passo è stato breve. Ho avuto la fortuna di aver sempre un mandolino in casa per cui non mi è stato difficile suonicchiare pure quello.

Successivamente è cresciuto mio figlio, affinché facesse meno fatica a individuare le note, ho comprato una tastiera, ceduta successivamente per acquistare un piano elettronico costruito da un marchio fra i più affermati, con i tasti pesati, ossia hanno la medesima resistenza al tocco di quelli del pianoforte, un modo per imparare, anzi comprendere meglio i segreti delle note, seguendo metodi consigliati alle giovani leve iscritte al conservatorio.   

 

M’hanno detto che componi, è vero?

Solo ora ho deciso di scarabocchiare qualche nota, dopo aver cercato di studiare i capolavori dei grandi. A dir il vero qualche brano lo avevo composto decenni or sono, per divertimento.

 

Com’è comporre?

È come descrivere un evento, un oggetto, per così dire una cosa qualsiasi. Basta avere le idee! Se le hai, le hai, altrimenti non arrivano.

 

Per chi componi?

Principalmente per me. E, quando mi stanno a sentire, la mia famiglia, gli amici, i vicini di casa. Qualche amico, afferrato nel mestiere mi ha detto di continuare, però non sempre c’è la giusta ispirazione. Anzi per invogliare questa ma tardiva passione ha arrangiato qualche brano uscito dal “mio estro”, mi raccomando mettilo fra virgolette con un sorriso canzonatorio.

Sono ancora tante le cose da chiedere, pero il tempo non c’è, ne riparleremo quanto prima con la speranza di poter scrivere il tuo nome! A presto! A presto!  

Franco Montaldo

 

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