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LETTERE IN REDAZIONE: Da Trieste ci scrive una lettrice sul giorno del Ricordo e della Memoria

Buon giorno, direttore.

Le scrivo malvolentieri, mi creda. Ma sul sito del vostro giornale, accanto alle lettere Memoria e Ricordo e Una risposta, compare per il Giorno del Ricordo una foto che necessita di una presentazione. Purtroppo.

L’immagine del plotone militare intento a sparare ci riporta al 1942 e riguarda l’esercito d’occupazione italiano in Slovenia, occupata dall’aprile 1941 – come il resto del Regno di Jugoslavia – e allora ripartita tra Germania, Italia e Ungheria.

La foto ritrae un plotone militare del regio esercito italiano mentre sta fucilando cinque ostaggi sloveni nel villaggio di Dane, a sudovest di Lubiana, il 31 luglio 1942, durante l’occupazione italiana della città di Lubiana e della Slovenia meridionale (1941-1943). Erano le settimane della grande offensiva contro il movimento di liberazione sloveno. Nelle frazioni vicine, negli stessi giorni, ci furono molte altre fucilazioni e numerosi villaggi furono incendiati. Parte della popolazione, come da altre zone slovene e croate, venne deportata.

Non voglio, veramente non voglio contribuire alle polemiche e alle manipolazioni, tanto ciniche, che spesso accompagnano queste giornate. Abbiamo esperienze diverse, che ci portano dolore – e proprio questo dolore esige rispetto. Possiamo dare giudizi anche molto diversi sulla storia, portando a suffragio dati e avvenimenti di volta in volta diversi. Non di questo vi ho voluto parlare. Ma del fatto che continuano a venire diffusi, anche in buona fede, dati imprecisi, oppure anche del tutto errati e fuorvianti. Succede ogni anno. E non ci aiuta. È per questo che Le scrivo. E anche, certo, perchè non si può non ricordare le cose che accaddero prima dell’8 settembre 1943.

La seconda foto, tra le due che accompagnano la lettera sulla Memoria e il Ricordo, proviene dal campo di concentramento tedesco di Buchenwald e ritrae gli internati di una baracca al momento della liberazione, nell’aprile del 1945.

Ecco di nuovo.

Succede veramente spesso. Troppo spesso, da poterci lasciare indifferenti.

La ringrazio per l’attenzione e spero Lei voglia pubblicare questa mia lettera.

Cordialmente,

Marta Ivašič, Trieste



 (Marta Ivasic)

Alcune fonti:

Tone Ferenc,“Si ammazza troppo poco”: condannati a morte, ostaggi, passati per le armi nella provincia di Lubiana : 1941-1943 : documenti, Ljubljana, 1999

D. Mattiussi, L. Patat, M.Puppini, Una lunga notte 1942-1945 La collezione Erminio Delfabro, Gradisca, Gorizia, 2001

Siti: criminidiguerra. it buchenwald.de/en/481

Ringraziamo la lettrice per le precisazioni. Saremo sinceri: per noi ogni episodio in cui muoiono persone è grave. Abbiamo preso quelle due foto a caso, sul web perché dimostrano chiaramente dove può arrivare l’ottusità umana, tutto qui.  

 19 febbraio 2014

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